Pensioni ultima ora: proroga di opzione donna fino al 2023. L’ipotesi
In questi ultimi tempi, il tema della riforma strutturale dell’intero sistema pensionistico è tornato prepotentemente a far parlare di sè: se da un lato le parti sociali esercitano un forte pressing e chiedono di affrontare subito e nel merito la questione pensioni, dall’altro il Governo – ed in special modo il Ministero del Lavoro – prende tempo, anche perchè gravato da altre urgenze come la campagna di vaccinazione, la questione riaperture e la questione lavoro.
Ebbene, in questo complesso scenario, le pensioni ultima ora ci evidenziano che non mancano i contributi e le proposte da parte di soggetti esterni alle forze politiche. Il tema della riforma pensioni è particolarmente sentito, ad esempio, dal Comitato Opzione Donna Social (CODS), che proprio ultimamente ha chiesto una proroga di opzione donna fino al 2023, evitando così che vi sia il rinnovo anno dopo anno della misura. Vediamo allora, più da vicino, le pensioni ultima ora proprio su questo argomento.
Pensioni ultima ora: il Comitato contro la proroga di opzione donna ogni anno
Sui social network oggi è molto facile dire la propria e raggiungere un numero amplissimo di lettori. Ed è proprio ciò che ha fatto Orietta Armiliato, con un post sulla pagina Facebook del Comitato. In esso si può leggere che “la politica volendo, può e deve corrispondere ad una sana richiesta delle donne che chiedono dignità di pensionamento, ottenibile tramite la misura dell’Opzione Donna, prorogandola ancora e per l’ultima volta a tutto il 2023. Il ‘di anno in anno’ generatore di angoscia, non consente alcuna pianificazione mentre le donne hanno il diritto di vivere in serenità questa stagione più fragile, della propria vita”.
In tema di pensioni ultima ora e di futura e auspicata riforma pensioni, non si può non ricordare l’importanza della previdenza complementare. E’ cioè necessario cercare di fare una stima della pensione che si andrà a incassare, in relazione agli eventuali periodi di discontinuità lavorativa, con cui ci si potrebbe confrontare nella propria carriera, sia per le scelte personali, che per il particolare lavoro svolto. E ci riferiamo in particolare al settore dell’occupazione femminile.
Come rilevato da numerosi interventi degli esperti in materia pensionistica, è essenziale capire qual è il distacco da colmare per giungere ad un importo pensione minimo e che, dunque, si ritiene proporzionato al tenore di vita che si intende avere, a seguito dell’uscita dal mondo del lavoro. Detta differenza, in parole povere, è rappresentata da quanto ottenibile dalla propria pensione integrativa.
Ben si comprende che, in tema di pensioni ultima ora, le questioni siano dunque ben più d’una ed in ballo ci sia il futuro di intere generazioni. Analogamente, si coglie agevolmente il perchè dell’iniziativa del Comitato sopra citato.
La previdenza complementare è essenziale, a prescindere alla riforma pensioni
Il punto è anche un altro: se la previdenza complementare è densa di significati per il futuro, è altrettanto vero che sarà necessario che il singolo individuo, uomo o donna, faccia riferimento al tempo a disposizione per costruire una posizione previdenziale integrativa. Chiaro che maggiore è il tempo a disposizione, minore sarà la cifra mensile da mettere da parte e maggiore, dunque, sarà il rischio che si potrà correre nell’investimento.
In base alla legge vigente, è altresì da rimarcare che la pensione integrativa si avvale della “deducibilità fiscale dei contributi versati al fondo pensione dal reddito Irpef dichiarato annualmente”. in questo quadro, ben si capisce perchè, specialmente negli ultimi anni, non siano state poche le richieste di interventi di riforma pensioni, focalizzati proprio sull’aumento dei benefici fiscali. Ciò nell’evidente fine di permettere di accrescere il numero di iscritti a questo sistema previdenziale. Nel dettaglio, non si può dimenticare che proprio la previdenza complementare può risultare importante in particolar modo per le donne, sulle quali pesa un differenza nell’importo delle pensioni (detto anche ‘gender gap‘) che con il passare degli anni non è calato.
Concludendo in tema di pensioni ultima ora, la riforma del sistema sembra ancora in alto mare, e non possono essere una scusante le delicate questioni socio-economiche emerse nell’ultimo anno a causa della pandemia. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando, interpellato sul tema, ha fatto sapere che la riforma di Quota 100 “non diventerà un tema di priorità politica finché non avremo avviato il lavoro su altre due questioni in questo momento più importanti, ovvero la riforma degli ammortizzatori e l’avvio di un confronto con le regioni sulle politiche attive“. Ma i sindacati non ci stanno e, in particolare, i segretari confederali di Cgil e Cisl, Roberto Ghiselli e Ignazio Ganga, chiedono con fermezza di lavorare subito pancia a terra sul tema della riforma strutturale delle pensioni, perchè di mezzo ci sono le aspettative e i diritti di intere generazioni.
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