Vaccino Covid Astrazeneca: possibile legame con trombosi? Cosa ha detto l’Ema
Vaccino Covid Astrazeneca: il composto anglo-svedese ancora sotto la luce dei riflettori. Dopo nuove ricerche, l’Ema – l’agenzia del farmaco Ue – ritiene che sia “possibile” un legame tra somministrazione e insorgenza di problematiche circolatorie. Come si muovono i paesi europei e l’Italia nello specifico.
Vaccino Covid Astrazeneca: possibile legame con trombosi?
Vaccino Covid Astrazeneca: dopo l’indagine condotta a inizio marzo, determinata dallo stop all’utilizzo deciso da diversi paesi Ue, l’Ema ha approfondito la possibilità di un legame tra somministrazione e insorgenza di problematiche circolatorie. Inizialmente, l’Agenzia del Farmaco Europea ha escluso un nesso causale tra iniezione del vaccino e trombosi cerebrale (formazione di coaguli nei vasi sanguigni).
Si parlò in quel caso più che altro di “nesso temporale” visto che i casi di complicazioni emergevano in modo non anomalo rispetto al consueto. A quel punto, le somministrazioni del vaccino sono ricominciate in tutta Europa: nonostante le rassicurazioni, però, le preoccupazioni della popolazione, sottolineate dai media, non sono mai scemate. D’altra parte, l’Ema e le agenzie del farmaco dei singoli paesi Ue, d’altra parte, non hanno smesso di indagare sui casi “sospetti” di trombosi.
Le conclusioni dell’Ema
Nello specifico, l’Ema ha esaminato attentamente 62 casi di trombosi cerebrale e 24 casi di trombosi in altri distretti corporei (di questi 18 con esito mortale) registrati su un totale di 25 milioni di vaccinati con composto Astrazeneca. Da tale esame è emerso come sia “possibile” un legame tra somministrazione del vaccino anglo-svedese e insorgenza di complicazioni circolatorie: l’ipotesi più probabile è che, in casi rarissimi, si attivi una risposta immunitaria eccessiva in chi ha meno di 60 anni. Sostanzialmente, l’Ema non si è mossa molto oltre quanto già detto il mese scorso: non si può escludere un legame, il risultato della prima indagine, ma nemmeno provarlo e nel caso si potesse provare comunque riguarderebbe un ristrettissimo novero di soggetti.
Detto ciò, l’Agenzia Europea ha imposto ad Astrazeneca di riportare nelle avvertenze del composto il rischio (seppur rarissimo) di sviluppare trombosi. Non molto in più di questo: ad ogni paese è stato lasciato un ampio margine di manovra sulla questione. Nel Regno Unito chi ha meno di 30 anni può richiedere un altro vaccino, per esempio, mentre in Germania l’uso di Astrazeneca è raccomandato solo per gli over 60, proprio come in Italia.
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