Pensione anticipata per chi soffre di disturbi alla tiroide: ecco come
Pensione anticipata per chi soffre di disturbi alla tiroide: ecco come
Chi soffre di problemi di tiroide probabilmente sa, o dovrebbe sapere, che l’Istituto di previdenza riconosce assegni i importo compreso tra un minimo di 287 e un massimo di 522 euro. Coloro che presentano una patologia alla tiroide non sono pochi in Italia e l’Inps, per il 2021, li supporta con assegni ad hoc, ma attenzione: questo beneficio in realtà viene concesso nel momento in cui la malattia è così grave da andare a minare le capacità psicofisiche della persona che ne soffre. Ecco perchè, in queste circostanze, il paziente affetto da disturbi alla tiroide potrà avvalersi del riconoscimento di alcuni benefici economici.
Come vedremo di seguito, chi soffre di problemi alla tiroide, accertati dai medici competenti, può usufruire delle regole per la pensione anticipata, senza attendere il compimento dei 67 anni di età. Ecco i dettagli.
Pensione anticipata e assegno Inps per malati alla tiroide: la visita sanitaria è essenziale
Abbiamo appena accennato al fatto che l’Inps può assegnare degli assegni destinati a coloro che soffrono di disturbi più o meno gravi alla tiroide, o comunque tali da limitare o precludere le attività quotidiane, in primis quelle lavorative. Ebbene, l’importo del beneficio è legato alla percentuale di invalidità che è stata riconosciuta al soggetto malato.
Tramite la visita sanitaria dell’Inps, sarà stabilito nero su bianco il grado di infermità del soggetto e dunque la percentuale di invalidità. La commissione medica che valuterà le condizioni di salute del soggetto è nominata dall’Inps. In linea generale, può dirsi che il paziente che presenta un’invalidità bassa riceverà un importo del contributo corrispondente a 287,09 euro. Invece, chi è invalido grave e perciò inabile al lavoro, consegue il diritto a percepire un bonus di somma pari a 522,10 euro.
In altre parole, per accedere alle agevolazioni occorre prima definire il grado di invalidità che ha causato la patologia tiroidea. L’INPS fa riferimento ad una percentuale invalidante, che consente di accedere all’assegno di invalidità civile. Non solo, nelle ipotesi più gravi è possibile conseguire anche il diritto all’assegno di indennità di accompagnamento (522 euro al mese).
In verità, il bonus tiroide è impropriamente denominato così, giacchè consiste nel riconoscimento dell’invalidità civile.
La persona che soffre di tiroide deve anzitutto andare dal medico di base, il quale farà avere all’INPS il certificato introduttivo. In esso, è chiarita la patologia e il livello di gravità. Il richiedente deve altresì fare domanda ad hoc all’INPS, inserendo il codice di protocollo, indicato dal medico.
Se ti interessa saperne di più sul bonifico domiciliato Inps, come si incassa e perchè, clicca qui.
I requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico anticipato
Per quanto riguarda nello specifico la pensione anticipata, come accennato, le norme in materia prevedono l’accesso al trattamento pensionistico per coloro che soffrono di patologie alla tiroide, senza obbligo di arrivare ai 67 anni, e con contributi ridotti.
Pertanto, abbiamo che per quest’anno, con una invalidità acclarata al 74% è possibile usufruire dell’APE sociale con 30 di contributi versati. Ma non solo. Infatti, per i lavoratori precoci è previsto l’accesso alla pensione anticipata, con 41 anni di contributi versati, indipendentemente dall’età anagrafica. Attenzione però, quest’ultima misura scatta a condizione che i soggetti che fanno domanda, abbiano una invalidità civile acclarata, pari o al di sopra del 74%. Per avere accesso a questa misura è necessario comunque poter vantare almeno 52 settimane di contributi, prima del compimento dei 19 anni di età anagrafica.
SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU GOOGLE NEWS
Hai suggerimenti o correzioni da proporre?
Scrivici a redazione@termometropolitico.it