Riforma pensioni : dai paletti della quota 102 ai 24 mesi di sconto per le mamme
Il mondo della previdenza è fibrillazione in attesa di quello che accadrà nel post quota 100. Come sappiamo, infatti, la misura che ha permesso il pensionamento a 62 anni con soli 38 anni di contributi andrà in scadenza il 31 dicembre 2021. E se non si vuole incorrere nello “scalone” di 5 anni che il ritorno definitivo alla Legge Fornero determina, è necessario introdurre una misura che consenta flessibilità in uscita a partire dal 1 gennaio 2022.
Riforma pensioni necessaria
Il governo per ora prende tempo e si dedica a quelle che sono le priorità del momento, rimandando, di fatto, la decisione in ambito previdenziale ai prossimi mesi. In ogni caso ipotesi ne sono state avanzate già diverse, tra le quali ricordiamo la quota 41 per tutti ma con penalizzazioni, la quota 92 ma solo per alcune categorie di lavoratori bisognosi di tutela e la quota 102, che al momento sembra essere la misura che riscuote maggiormente consensi.
Ovviamente una riforma previdenziale non si baserà solo su una misura che permetta, strutturalmente flessibilità in uscita ma dovrà prevedere tutele anche per tutta una serie di lavoratori più bisognosi: i giovani che necessitano di una pensione di garanzia trovandosi a fare i conti con il sistema contributivo puro che non consente integrazione al minimi, gli usuranti e i gravosi che, essendo soggetti a lavori più pesanti, hanno la necessità di uscire prima dal mondo del lavoro, ma anche i caregiver che si sobbarcano dell’assistenza e della cura di familiari disabili.
Ma non sono solo queste le categorie che vanno tutelate. Da tenere presente che senza una ulteriore proroga a fine 2021 dovremo dire addio anche all’opzione donna e l’Ape sociale, entrambe misure che prevedono agevolazioni per le donne e per le madri. Come approfondisce Pensioniefisco.it, infatti, una tutela per la mamme lavoratrici non è soltanto necessaria ma anche giusta visto che in molti casi queste donne sono costrette a sacrificare la carriera per la cura dei figli avendo, quindi, maggiori difficoltà a raggiungere il pensionamento.
Quota 102: i requisiti
Come scrivevamo sopra, quindi, la misura più gettonata sembra essere la quota 102 che nel meccanismo e nei requisiti ricorda moltissimo la quota 100. La quota ra raggiungere è 102 ma con dei paletti imposti anagraficamente e contributivamente: dovrebbero essere necessari per l’accesso, infatti, 64 anni di età unitamente ad almeno 38 anni di contributi. Ma non solo l’età differenzierebbe la nuova misura dalla quota 100: il requisito contributivo dei 38 anni potrebbe essere raggiunto utilizzando un massimo di soli 2 anni di contributi figurativi (con l’esclusione di quelli derivanti da maternità, servizio militare e riscatto volontario) mentre, ad oggi, la quota 100 consente l’utilizzo di 3 anni di contributi figurativi derivanti da malattia e disoccupazione indennizzata.
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