Esenzione Tari: ecco le novità per imprese e negozi
Tra le novità che potrebbero trovare spazio nei prossimi giorni, c’è anche l‘esenzione Tari, ossia la nota tassa sui rifiuti. In buona sostanza, entro breve tempo imprese, negozi e esercizi commerciali vari potrebbero non essere più obbligati al pagamento della Tari verso lo Stato. Ciò sarebbe previsto da due emendamenti al decreto Sostegni, i quali hanno il preciso obbiettivo di concretizzare l’esenzione dal pagamento della tassa sui rifiuti per le aziende e attività commerciali che fanno o faranno riferimento agli operatori privati, invece che alle municipalizzate.
Si tratta di proposte di modifica e, pertanto, non è certo al momento che siano confermate ed entrino in vigore come modifica al decreto Sostegni. Da rimarcare infatti che gli emendamenti al decreto Sostegni sono non meno di 2.800 e non è affatto detto che vi siano tutte le coperture finanziarie per garantirli uno ad uno. Si spera nel prossimo scostamento di bilancio da 40 miliardi, all’esame della Camera.
L’esenzione Tari si fonda sulla necessità di correggere la legge istitutiva della tassa sui rifiuti
La tassa sui rifiuti potrebbe dunque non costituire più un obbligo per imprese e negozi. Infatti, l’associazione delle imprese del riciclo (Unirima), attraverso una memoria presentata qualche giorno fa innanzi alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, rimarca che è “necessario adeguare la Legge 127 dicembre 2013 n.147 istitutiva della Tari (Legge di Bilancio 2014)” alle disposizioni previste dal d. lgs. n. 116 del 2020,, che ha modificato il Testo Unico dell’Ambiente (Tua), in funziona del recepimento di una specifica direttiva UE del 2018.
In estrema sintesi, la nuova normativa – valevole dal primo gennaio 2021 – ha cancellato il monopolio dei Comuni sui rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche, prevedendo soprattutto che i soggetti che si rivolgono agli operatori privati (invece che alle municipalizzate) debbono essere esentati dal versamento della Tari. Ecco spiegato il perchè dell’emendamento presentato in merito all’esenzione Tari.
In verità occorre intervenire anche sul Tue: i rilievi dell’Antitrust
In verità, però, la questione è più complessa ed investe anche la revisione/correzione del Testo Unico dell’Ambiente. Il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, in un documento inviato lo scorso 23 marzo al Premier Draghi, ha rilevato che s’impongono alcune proposte, in prospettiva di una nuova legge sulla concorrenza; in particolare, il numero uno Antitrust Rustichelli sottolinea che anche la nuova versione del Tua “stabilisce la necessità di stipulare con il gestore pubblico o con l’operatore privato prescelto un accordo contrattuale con una durata minima quinquennale stabilita ope legis. Tale previsione appare tuttavia discriminatoria per i gestori privati, in quanto, mentre è possibile rientrare nella gestione pubblica in ogni momento, e, quindi, anche prima del decorso dei cinque anni, non è consentito il contrario. Al fine di non ostacolare la concorrenza fra i diversi operatori (privati e pubblico) del servizio di raccolta e avvio a recupero dei rifiuti estendendo impropriamente la privativa delle gestioni pubbliche si ritiene dunque necessaria l’eliminazione della durata minima quinquennale dell’accordo”.
Concludendo sull’intricato tema dell’esenzione Tari, non è scontato che gli emendamenti citati, riescano a passare. Tutto dipende dalle risorse finanziarie disponibili per attuare gli emendamenti stessi: soltanto con un nuovo scostamento di bilancio, approvato dal Parlamento, sarà davvero possibile rendere effettiva l’esenzione Tari.
SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU GOOGLE NEWS
Hai suggerimenti o correzioni da proporre?
Scrivici a redazione@termometropolitico.it