Riforma Pensioni: ecco le parole della Fornero che fanno discutere
Riforma Pensioni: ecco le parole della Fornero che fanno discutere
Ora che la bozza di Recovery Plan è ormai pronta, il tema della riforma pensioni ritorna prepotentemente in auge nel dibattito politico interno. Il Recovery Plan italiano (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede significativi interventi, come la proroga del superbonus al 2023, l’abbandono di quota 100 e la riforma pensioni nel 2022.
Si tratta di un piano di rinascita economica per l’Italia, con stanziamenti pari a circa 222,1 miliardi di euro, in gran parte (191,5 miliardi) coperti proprio con il Recovery Fund, a cui si sommano i 30,6 mld del Fondo complementare, grazie allo scostamento di bilancio.
In questo complesso contesto, è intervenuta in questi giorni l‘ex Ministra del Lavoro Elsa Fornero, con parole destinate presumibilmente a far discutere e a alimentare le critiche dei suoi detrattori. Vediamo più da vicino che cosa ha detto.
Riforma pensioni nel Recovery Plan: i primi segnali
Prima di scoprire quali sono state le dichiarazioni delle Fornero, spendiamo qualche parola sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come programma di rilancio economico dello Stato.
Il Recovery Plan italiano è ormai pronto nella sua versione finale, dopo un impegnativo percorso che ha visto il passaggio parlamentare, la condivisione con le parti sociali, ma soprattutto il lavoro dei ministeri incaricati, per riuscire a rispettare le scadenze e preparare il progetto entro fine aprile. Proprio oggi, lunedì 26 aprile il Presidente del Consiglio Draghi presenterà il Recovery Plan in Parlamento alle Camere per l’approvazione finale entro il 29 del mese. Di seguito, il 30 aprile, l’invio a Bruxelles, secondo le tempistiche.
In verità, già nei giorni scorsi vi sono state interlocuzioni telefoniche tra le istituzioni italiane e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, nell’obiettivo di assicurare l’UE del rispetto dei tempi e degli obiettivi richiesti.
Proprio nel PNRR si accenna, finalmente, anche ai primi step della riforma pensioni, che dovrebbe essere compiutamente dettagliata ed approvata il prossimo anno, e che dunque farà seguito a Quota 100. Anzi, nel testo trova spazio la menzione di nuovi strumenti di pensione anticipata agevolata, rivolte in special modo a categorie che svolgono mansioni logoranti.
Elsa Fornero giudica positivamente il Recovery Plan: ecco perchè
Come accennato, proprio sul tema della riforma pensioni e di quanto previsto nel PNRR, arriva il parere positivo della Fornero: “Il Recovery Plan è un grande successo di Mario Draghi, prima che dell’Italia. Avrei però preferito un impegno preciso a non rinnovare Quota 100: non vorrei che il governo rimanesse imbrigliato nella ragnatela dei partiti e della loro caccia al consenso”. Il riferimento, neanche tanto implicito, è ai partiti che finora non sono stati contrari al meccanismo di quota 100, Lega in primis.
La Fornero, nell’ambito di una intervista rilasciata alla Stampa, ha poi spiegato perchè il Recovery Plan merita approvazione. “Draghi si è mostrato lungimirante, ha scommesso sugli investimenti e sulle riforme e dimostrato di avere quella visione di lungo periodo che era mancata al governo precedente. Si è mosso sul suo terreno e lo ha fatto benissimo. Dico che il successo è del premier, prima che dell’Italia, perché conosco bene Ursula von der Leyen: lei e la Commissione europea si sono fidate di Draghi perché ne conoscono il valore e la credibilità. Non a caso le trattative si sono sbloccate con quella chiamata. Mi lasci dire però che il difficile viene adesso”, sono state le parole dell’ex Ministra del Lavoro.
Parafrasando quanto appena riportato, la Fornero ha dunque riconosciuto i meriti di Mario Draghi, facendo notare che forse è proprio grazie a lui che il Recovery Plan italiano è riuscito ad essere completato in tutti i dettagli, accogliendo le richieste dell’Europa, entro il termine del 30 aprile.
Per la Fornero il rischio è che non prevalga l’interesse al bene comune
Ma Elsa Fornero, sul tema della riforma pensioni 2022, ha trovato spazio anche per una critica su quello che, a suo dire, è un tratto tipico del modo di lavorare delle istituzioni italiane. Nell’intervista l’economista ha proseguito con tono critico: “L’Italia è bravissima a scrivere i progetti, molto meno a realizzarli. Ora il governo dovrà garantire il salto di qualità nell’attuazione. Draghi dovrà essere bravo a difendere il suo lavoro: tutti inizieranno a chiedere questo o quel provvedimento per interessi di parte, ma il governo dovrà tenere la barra dritta e non farsi imbrigliare in discussioni infinite. Non va confuso il messaggio chiarissimo che arriva con il Recovery: la strada intrapresa è quella degli investimenti che tutti ci chiedono da 30 anni. Una sola riforma non ci chiedono più: quella del sistema previdenziale, perché l’abbiamo fatta. Ecco perché quel cedimento su quota 100 non mi è piaciuto”.
Concludendo, va da sè che la parte complessa del lavoro inizia proprio ora: è necessario passare dalle parole ai fatti, ossia dai contenuti di programma all’attuazione pratica delle riforme. Ciò nella speranza che non prevalgano in nessun caso gli interessi di parte, partitici o lobbistici.
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