Sondaggi politici SWG, per l’82% la giustizia tutela di più i ricchi
Sondaggi politici SWG, per l’82% la giustizia tutela di più i ricchi
I temi della giustizia sono tornati in auge ultimamente grazie sia all’arresto di ex terroristi di lungo corso in Francia, sia al rinfocolarsi del dibattito sulla prescrizione, che dovrà essere cambiata nell’ambito delle riforme legate al Pnrr.
SWG ha voluto chiedere nei suoi ultimi sondaggi politici cosa pensano gli italiani delle condizioni, della funzione e delle priorità della giustizia.
Ne emerge una visione che privilegia un ruolo di individuazione e punizione del colpevole. Condividono tale posizione il 43% degli intervistati, che diventano il 55% nel caso degli elettori della Lega.
Meno, il 34%, sono quelli che pensano che serva ad appurare i fatti. Sono soprattutto gli elettori del PD a pensarla in questo modo. Mentre vi è poi un 23% che pensa che la priorità sia tutelare e risarcire le vittime.
Non c’è molta fiducia nell’efficienza della giustizia italiana in generale. Secondo gli stessi sondaggi politici solo per il 30% è oggi in grado di individuare i colpevoli di un reato, e solo per il 25% sa garantire un giusto processo.
I giudizi peggiorano ulteriormente se si parla dei tempi della giustizia, che solo per il 13% sono ragionevoli. E solo il 15% tra l’altro questa è in grado di riabilitare i condannati.
Sondaggi politici SWG, solo per il 10% sono garantiti equamente ricchi e poveri
La domanda di questi sondaggi politici con le risposte più nette è quella sull’imparzialità della giustizia italiana.
Secondo l’82% a essere tutelati sono più i ricchi dei poveri. È questa la disuguaglianza più grande che emerge. Solo per il 10% sono ugualmente garantiti.
Ma vi è uno squilibrio anche tra Stato e cittadini, con il 72% che pensa che il primo sia tutelato. Mentre per i due terzi le imprese hanno il sopravvento sui consumatori.
Per il 53% prevalgono poi gli imputati sulle vittime. Per il 44% gli italiani sugli stranieri.
Ora la priorità assoluta per gli italiani è la riduzione dei tempi dei processi. Il 71% la nomina tra le riforme più urgenti. Vengono a distanza la ridefinizione della prescrizione, la separazione delle carriere, la digitalizzazione degli atti. Solo per l’11% è importante la ristrutturazione delle carceri.
Questi sondaggi politici sono stati realizzati tra il 5 e il 7 maggio con metodo CATI-CAMI-CAWI su 800 soggetti