Sondaggi politici SWG, agli italiani non piace la gestione privata di servizi pubblici
La pandemia ha riportato in auge in Italia il dibattito sui servizi pubblici in Italia, soprattutto ovviamente con riferimento alla cura della salute. Se ne occupa anche SWG nei suoi ultimi sondaggi politici.
Da cui emerge come per gli italiani è la sanità il servizio pubblico per eccellenza. L’86% lo identifica come tale. Segue con l’82% la scuola, e con il 76% il trasporto urbano.
Per la maggioranza sono servizi pubblici anche le case di cura per gli anziani l’erogazione di acqua ed elettricità, persino i servizi di informazione. Ma non quelli legati all’utilizzo di internet o quelli di consegna di pacchi.
In generale vi è una percezione diversa in base all’appartenenza a un ceto sociale o a un altro. Coloro che fanno parte di uno più basso hanno un’idea più negativa dei servizi pubblici secondo gli ultimi sondaggi politico.
In un punteggio da 0, scelta più negativa a 10, quella più positiva i più poveri tendono sempre a dare una risposta più pessimista. Così per loro i servizi pubblici sono più inefficienti rispetto a quello che pensano i più ricchi, più costosi, più complicati, più scadenti, poco accessibili, e soprattutto sono solo per pochi. Ed è su questo che vi è il maggiore gap tra i ceti.
Dal punto di vista politico hanno una percezione più negativa gli elettori di centrodestra rispetto a quelli di centrosinistra, ma quella peggiore è l’opinione dei non collocati.
Sondaggi politici SWG, l’universalità interessa soprattutto i più anziani
La differenza di percezione dipende anche dall’età.
Secondo questi sondaggi politici di SWG la caratteristica più importante di un servizio pubblico deve essere l’universalità, che raccoglie il 34% delle risposte. Il 39% nel caso degli over 55.
Per gli under 35 invece sono più importanti la soddisfazione dei bisogni primari degli utenti e la sua continuità. Mentre per chi ha tra i 35 e i 54 anni l’accessibilità gratuita.
In generale viene visto piuttosto male il ruolo del privato. Secondo la maggioranza degli italiani quando arriva un soggetto privato a gestire un servizio pubblico aumenta sia il profitto che il costo per l’utente finale.
Per il resto sono spaccati su un aumento dell’efficienza, che è presente per il 43%, mentre rimane invariata per il 49%. Sempre per il 49% la qualità non cambia. E per il 33% diminuisce l’accessibilità al servizio.
Questi sondaggi politici sono stati realizzati con metodo CATI-CAMI-CAWI tra il 12 e il 14 maggio su 800 soggetti.
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