Si blocca la trattativa Grillo Conte: cosa succederà al Movimento 5 Stelle?
La trattativa Grillo Conte sulla leadership del Movimento 5 Stelle sembra essersi definitivamente arenata: il fondatore e garante del partito ha rifiutato l’ultimatum lanciatogli dall’ex Presidente del Consiglio sul nuovo statuto pentastellato. Potrebbe riaprirsi il dialogo? L’avvocato del popolo verso la fondazione di una sua formazione politica?
Si blocca la trattativa Grillo Conte
Fumata nera sulla trattativa Grillo Conte: il fondatore e garante dei pentastellati pare aver definitivamente chiuso la porta all’ex Presidente del Consiglio (che lui stesso mesi fa aveva indicato come il “futuro” dei 5 stelle) per quanto riguarda la leadership del partito. Dopo un lungo scontro, Conte aveva lanciato un ultimatum a Grillo negli scorsi giorni. La condizione principale: accettare la sua “carta dei valori”, il nuovo statuto che gli concedeva piena libertà di decisione sulla linea politica del Movimento (con conseguente ridimensionamento del ruolo di Grillo).
In caso contrario avrebbe rinunciato alla carica di capo pentastellato. Un compromesso tra i due, anche se difficile, sembrava ancora possibile (più che altro era auspicato da una parte dell’M5S): invece, alla fine, Grillo ha attaccato pubblicamente Conte, tra l’altro, annunciando una consultazione online per estrometterlo del tutto dalla dirigenza del Movimento. “Non ha né visione politica, né capacità manageriali, non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione” le parole con cui Grillo ha risposto all’invito di Conte a, in breve, farsi da parte e lasciarlo guidare il partito senza intromissioni.
Cosa succederà al Movimento 5 Stelle?
La fine della trattativa Grillo Conte sembra aver lasciato l’amaro in bocca a molti esponenti del Movimento: d’altra parte, nessuno si aspettava toni così aspri e, ancor di più, una chiusura così netta del garante all’ex Presidente del Consiglio. Chiudere la porta a Conte, annunciando la parallela convocazione di una votazione attraverso la piattaforma Rousseau (dunque, riavvicinandolo a Davide Casaleggio da cui Conte puntava ad allontanarsi sempre più), riporta di fatto i 5 Stelle ad una fase pre Governo Draghi (o per certi versi pre esperienza di governo in generale).
Da considerare che all’interno dell’attuale esecutivo compaiono diversi ministri 5 stelle ritenuti molto vicini a Conte: da Crimi a Patuanelli, da Bonafede a D’Incà, passando per Fraccaro. Posto questo, non sembrano esserci al momento possibilità di riavvicinamento tra Conte e Grillo: l’ex Presidente del Consiglio, anche se ultimamente aveva escluso tale ipotesi, non ha molte alternative a quella di fondare un suo partito “personale” che con tutta probabilità assorbirà una parte del Movimento (quella che guarda al Pd e punta a eliminare alcune regole “tradizionali” dei pentastellati, come il vincolo dei mandati parlamentari per esempio), l’altra – la fazione dichiaratasi contraria all’appoggio a Draghi sostanzialmente – resterà con il tandem Grillo-Casaleggio con a capo, per quello che si può ipotizzare oggi, Luigi Di Maio.
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