Quarta ondata coronavirus: come sarà secondo le prime stime
Quarta ondata coronavirus: come sarà secondo le prime stime
Quarto ondata coronavirus: avanzano i nuovi contagi a causa delle mutazioni del Sars Cov 2 e, in particolare, della variante Delta. Si attende un’ulteriore impennata dei positivi ben prima dell’autunno: tuttavia, dovrebbe essere molto diversa da quelle passate.
Quarta ondata coronavirus: nuova catastrofe in arrivo?
Quarta ondata coronavirus: gli studiosi ne sono praticamente certi, le mutazioni del Sars Cov 2 e la variante Delta in particolare porteranno a una nuova impennata di contagi ben prima dell’autunno. Circolano molte cifre, alcune decisamente catastrofiche: per esempio si parla di 50mila casi al giorno da metà mese prossimo. Bisogna ricordare che, almeno finora, questo tipo di previsioni non si è praticamente mai avverato dallo scoppio dell’epidemia.
D’altra parte, solo tra qualche settimana si potrà quantificare effettivamente l’aumento dei positivi che, come si scriveva, sembra destinato in ogni caso a verificarsi: già ad agosto la diffusione del coronavirus potrebbe raggiungere livelli molti alti insomma, tanto che già si parla, appunto, di una quarta ondata. Tuttavia, quest’ultima – soprattutto grazie all’avanzamento della campagna vaccinale dicono gli scienziati – dovrebbe essere completamente diversa dalle altre.
Come potrebbe essere?
Nonostante la maggiora capacità di trasmissione della variante Delta, la quarta ondata sarà caratterizzata da un impatto molto più contenuto sugli ospedali ha sottolineato in un’intervista a Quotidiano Nazionale Nino Caltabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, organo che ha monitorato molto attentamente la diffusione del coronavirus. Ciò avverrà soprattutto grazie alle vaccinazioni di anziani e vulnerabili.
Dunque, sì, ci saranno meno ricoveri con tutta probabilità ma – ci tiene a precisare sempre Caltabellotta – “il numero sarà comunque proporzionale alla circolazione del virus: ovvero a parità di altre variabili, meno circola il virus e minore sarà l’impatto sugli ospedali”. Entrando ancora nello specifico, “l’impatto sugli ospedali dell’aumentata circolazione del virus sarà in ogni caso inversamente proporzionale al numero di over 50 non vaccinati con ciclo completo (che hanno ricevuto solo la sola dose, ndR)”.
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Iss, il ciclo vaccinale completo (a prescindere dalla marca) protegge al 90% dallo sviluppo di forme severe di Covid. Sempre secondo l’Istituto Superiore di Sanità con la seconda dose si è protetti all’88% dall’infezione, percentuale che scende al 71% per chi ha fatto solo la prima dose. Tra l’11 giugno e l’11 luglio sono state più di 27mila le diagnosi di positività al coronavirus: l’80% ha riguardato persone con età compresa tra 12 e 59 anni che, in prevalenza, non avevano completato l’immunizzazione.
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