Seconda dose vaccino: l’impatto sui decessi per Covid. Dati Iss febbraio-luglio

Seconda dose vaccino: l’impatto sui decessi per Covid. Dati Iss febbraio-luglio

Seconda dose vaccino: l’impatto sui decessi per Covid. Dati Iss febbraio-luglio

Seconda dose vaccino: secondo l’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità aveva fatto il richiamo soltanto poco più dell’1% delle persone decedute per Covid tra febbraio e luglio 2021. I dettagli sui dati diffusi dall’Iss.

Seconda dose vaccino e decessi: gli ultimi dati dell’Iss

Seconda dose vaccino: tra il primo febbraio e il 21 luglio 2021, il 98,8% delle persone morte per Covid non aveva completato il ciclo vaccinale. A registrare il dato l’ultimo report pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità. Nello specifico, dall’1 febbraio al 21 luglio 2021 i morti per Covid che avevano completato il ciclo vaccinale – cioè che avevano ricevuto sia la prima che la seconda dose – sono stai 423 su 35.776, in pratica, l’1,2%.

L’Iss ha preso a contare dall’1 febbraio perché a questa data erano trascorse 5 settimane – il periodo che doveva passare prima di fare il richiamo dopo aver ricevuto la prima dose – per le persone che si erano vaccinate per prime, si trattava per lo più di operatori sanitari e over 80. Proprio l’essere delimitata ad alcune categorie uno dei maggiori limiti di questa analisi per cui l’Iss non può che precisare come il report venga fornito “con finalità puramente descrittive”.

Età media 88 anni e con 5 patologie pregresse

Seconda dose vaccino: decisamente alta l’età delle persone decedute pur avendo completato il ciclo vaccinale, così come decisamente alto era il numero medio di malattie pregresse tra gli stessi soggetti. L’analisi dell’Iss in questo caso si è svolta su un campione di 70 cartelle cliniche (sul totale di 423 persone decedute per Covid con richiamo effettuato): l’età media dei morti di Covid con seconda dose si è attestata a 88.6 anni tra l’1 febbraio e il 21 luglio 2021, il campione delle persone decedute per Covid preso in esame mostrava mediamente 5 patologie pregresse (le più diffuse: insufficienza respiratori acuta e sovrainfezioni).

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