Svizzera, approvata con referendum legge anti-omofobia
Gli elettori svizzeri, chiamati alle urne per un referendum, hanno approvato nella giornata odierna la nuova legge contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale.
Il Sì nel referendum, che era stato chiesto dall’Unione Democratica Federale (partito conservatore di matrice cristiana contrario alla legge), ha vinto con il 62%, secondo le proiezioni dell’istituto gfs.bern pubblicate poco dopo la chiusura dei seggi.
La revisione di legge, approvata dal Parlamento e appoggiata dal Governo, introduce esplicitamente nel Codice penale il divieto della discriminazione basata sull’orientamento sessuale e mira a proteggere le persone Lgbt. Si tratta di un’estensione della norma penale che oggi già punisce chi con atti o dichiarazioni discredita pubblicamente una persona o un gruppo di persone sulla base di razza, etnia o religione.
Contro questa legge l’UDF faceva appello alla libertà di espressione, bollando la norma come “censura”. Un secondo comitato per il NO era stato fondato da persone LGBTIQ che volevano la parità di diritti, ma non uno statuto speciale.
Gli elettori hanno dovuto votare oggi anche su un altro quesito, concernente la possibilità di ancorare nella Costituzione federale una quota del 10% delle nuove costruzioni di alloggi appartenenti a committenti di utilità pubblica, vale a dire a cooperative o altri enti senza scopo di lucro.
L’iniziativa «Più abitazioni a prezzi accessibili» è stata però respinta. I promotori, fermi al 37,4% dei consensi, chiedevano che almeno il 10% delle nuove abitazioni fosse composto da cooperative edilizie. L’iniziativa voleva inoltre impedire che i sussidi per i risanamenti energetici fossero messi a disposizione di progetti immobiliari di lusso.