Domenica 1 Marzo 2020 si voterà per eleggere il nuovo parlamento in Tagikistan, ex-repubblica sovietica dell’Asia centrale.
I circa 4.7 milioni di elettori si recheranno alle urne per eleggere i 63 deputati del Majlisi Namoyandagon, la camera bassa del paese.
Il sistema elettorale è misto, con 41 candidati eletti in collegi uninominali e 22 eletti tramite liste di partito proporzionali, con soglia di sbarramento al 5%.
La politica tagika è dominata dal Partito Popolare Democratico (PPD) e dalla figura del Presidente Emomali Rahmon, in carica dal 1994. Rahmon è asceso al potere durante la guerra civile del 1991-1997, immediatamente successiva all’indipendenza dall’Unione Sovietica. Durante il conflitto la fazione governativa e pro-sovietica da lui guidata si è scontrata con le forze islamiste dell’Opposizione Tagika Unita, che hanno abbandonato le armi con il trattato di pace del 1997.
Nonostante negli anni 2000 fossero emersi piccoli partiti indipendenti, il PPD ha consolidato il suo potere fino a diventare l’unica forza politica in grado di governare il paese. L’Opposizione Tagika Unita, a cui erano garantite un terzo delle cariche governative dagli accordi di pace, perse rapidamente il suo elettorato che si indirizzò o verso il PPD, o verso il Partito del Rinascimento Islamico Tagiko (PRI).
Il PRI, catturando i voti dell’elettorato più religioso, divenne l’unico partito rilevante di opposizione, oltre ad essere l’unico partito islamista legalmente operante in Asia Centrale. Secondo più grande partito del paese nel 1999, nelle elezioni legislative del 2005 ha ottenuto l’8% dei voti e 2 seggi in parlamento, seggi però persi nelle legislative del 2015 in cui non ha superato il 5% dei voti.
Nonostate i risultati mediocri nel 2005 e 2015, il PRI è stato dichiarato organizzazione terroristica dalla Corte Suprema nel 2015. Una nuova legge inoltre proibisce l’esistenza di qualunque partito con affiliazione religiosa, spingendo il PRI in esilio. La mossa del governo segue la decisione di tutti gli altri paesi dell’Asia Centrale di impedire l’organizzazione di partiti islamisti, impauriti soprattutto da possibili legami con movimenti jihadisti nel vicino Afghanistan.
Con i leader del PRI in carcere o in esilio, le opposizioni in queste elezioni sono pressoché inesistenti e si prospetta una nuova netta maggioranza del PPD in parlamento. L’unico partito di opposizione a partecipare saranno i Social Democratici, appoggiato dai dirigenti in esilio del PRI.
Altri cinque partiti minori, tutti filo-governativi, parteciperanno alle elezioni: Partito Comunista, Partito Agrario, Partito Socialista, Partito Democratico e Partito per le Riforme Economiche.
I seggi saranno aperti da domani mattina e i risultati verranno comunicati dalla Commissione Elettorale entro 24 ore dall’inizio dello spoglio.