Martedì 3 marzo saranno 15 gli Stati americani che sceglieranno il front-runner che sfiderà Trump alle elezioni Presidenziali del 2020, in quello che comunemente viene chiamato Super Tuesday.
L’Arkansas, con i soli 31 delegati pleadged è uno degli Stati meno influenti in termini di calcolo elettorale: rispetto alle prime tornate elettorali di Iowa e New Hamapshire, infatti, il Natural State non può nemmeno contare sull’effetto pubblicità, essendo accorpato ad elezioni con peso specifico decisamente maggiore come quelle in California e Texas.
L’importanza della Land of Opportunity però è squisitamente storica: L’Arkansas fu il teatro di quello che viene definito l’evento Little Rock Nine. Nel 1957, a Little Rock, la capitale, un gruppetto di 9 ragazzi di colore venne ammesso al liceo pubblico cittadino.
L’evento causò forti scontri e un grande dissenso: il 4 settembre, primo giorno di scuola, la guardia nazionale comandata dal governatore dello Stato impedì loro di entrare a scuola, e al Presidente Eisenhower non restò altro da fare che federalizzare la guardia per consentire agli studenti di poter entrare in classe.
Oltre a questo episodio, fondamentale per il progressivo abbandono della segregazione da parte degli Stati Uniti, l’Arkansas viene generalmente ricordato come la terra natale dell’ex Presidente Bill Clinton, che tra le altre cose detiene anche il record come più giovane Governatore dello Stato, essendo eletto all’età di appena 32 anni.
Il quadro demografico
La popolazione dell’Arkansas si attesta stabilmente sui 3 milioni di abitanti, con un tasso di crescita pari allo 0,38%, che lo rende il 29esimo stato per crescita americano. Con 54 persone per kilometro quadrato, lo Stato è il 34esimo per densità degli Stati Uniti.
La popolazione bianca è la fetta più grande, con il 77% di abitanti, seguita dalla popolazione afro-americana che è rappresentata dal 15%, mentre molte altre minoranze, compresa quella asiatica, sono presenti in misure che vanno dall’1 al 3%.
Little Rock, la capitale, è la città più popolata con 189.515 abitanti, molto poco rispetto alla media delle capitali statunitensi: dato che fa comprendere come l’Arkansas sia una regione poco rappresentativa in vista delle elezioni.
Si segnala inoltre un dato curioso: la popolazione si divide egualmente fra uomini e donne, entrambi rispecchiano il 50% degli abitanti.
Un’economia verde
L’Arkansas fonda la sua economia quasi completamente sull’agricoltura e il settore terziario: questo grazie alle profonde opere d’irrigazione e agricole che hanno interessato la regione nel secolo scorso.
Il tasso di povertà è in linea con quello degli altri Stati se si guarda alla popolazione bianca e a quella asiatica, mentre raddoppia la media nazionale per la parte di popolazione afro-americana, arrivando al 30%.
Questo dato va però letto alla luce del tasso di istruzione: nello Stato infatti le minoranze sono meno istruite rispetto alla maggioranza bianca, e il tasso di povertà relativo al livello di istruzione mostra che più basso è il titolo di studio e più alto diventa il tasso di povertà.
Anche il tasso di occupazione, invece, non varia di molto rispetto alle minoranze etniche, con gli ispanici a comandare la classifica, seguiti dai bianchi e a cascata da tutte le altre minoranze, con valori che vanno dal 66% al 40%.
Candidati, sondaggi
Con un quadro demografico del genere, non stupisce che i diversi sondaggi dello Stato siano contesi fra i due candidati più moderati della corsa, Mike Bloomberg e Joe Biden, entrambi con un consenso stimato intorno al 20%.
L’ex sindaco di New York ha concentrato infatti un’ingente somma di denaro in quasi tutti gli Stati che voteranno nel Super Tuesday, puntando la sua strategia sulla progressiva fama che i sondaggi gli attribuiscono, mentre l’ex vicepresidente è sempre ben visto dalla base democratica moderata, e inoltre è l’unico candidato (al momento) in grado di attirare in misure importanti il voto afro-americano.
Delude invece la proiezione di Bernie Sanders, evidentemente dovuto alla poca eterogeneità della popolazione dell’Arkansas: in fondo anche contro Hillary Clinton, nel 2016, il senatore del Vermonth perse e di molto, arrivando secondo con il 29,8% dei voti rispetto al 66% della Clinton.
Un dato che sorprende, ma neanche tanto, è invece il posizionamento di Pete Buttigieg, ormai vero outsider di queste primarie, che in Arkansas riesce a tenere testa a Sanders con il 16% dei risultati, in parte grazie alle sue posizioni sempre più modellate sulla vecchia guardia vicina all’ex Presidente Obama (e quindi a Joe Biden), in parte per l’effetto di visibilità avuto dopo la vittoria di misura in Iowa.
Male invece Elizabeth Warren, la cui campagna non si è mai veramente accasata nel Natural State, puntando molto invece su Stati più sostanziosi in termini elettorali.
La corsa per accaparrarsi i 31 delegati dell’Arkansas vedrà probabilmente una divisioni di questi fra i primi quattro in lizza, e contribuirà a rendere il peso specifico di questo Stato ancora meno rilevante a livello nazionale, a meno di grandi sorprese negli Stati chiave come il Texas e la California, dove invece i sondaggi rilevano una situazione molto diversa.