Quarto Stato più popoloso dei 14 che andranno al Super Tuesday il 3 marzo, la Virginia è un terreno di battaglia di sicuro da tenere d’occhio. Questo Stato infatti, oltre ad aver dato i natali a ben 8 Presidenti, è negli ultimi anni uno swing state fondamentale per arrivare alla presidenza: se fino al 2008 infatti è stata una roccaforte repubblicana, dall’elezione di Obama in poi ha sempre votato per il Partito Democratico. La battaglia per le primarie Dem qui è abbastanza aperta con 3 candidati a poca distanza secondo i sondaggi; ma prima scopriamo un po’ di informazioni su questo Stato.
Demografia
La Virginia ha una popolazione di più di 8 milioni di abitanti (è il 12esimo Stato più popoloso degli USA), in gran parte bianca: essi rappresentano infatti poco più del 60% del totale, i neri sono il 20%, gli ispanici il 9% e gli asiatici il 7%. Sebbene ancora in maggioranza, la proporzione di popolazione bianca è diminuita costantemente negli ultimi 30 anni (era il 76% nel 1990). È anche cresciuta la popolazione con origini non statunitensi: se nel 1990 solo un elettore su 28 aveva origini straniere, oggi la proporzione è di un elettore su 10. In particolare, in Virginia come in altri Stati del Sud, sono le zone suburbane a crescere costantemente in termini demografici: queste aree sono spesso a maggioranza non-bianca, e sono diventate negli ultimi anni un ricco bacino di voti per i Dem (come dimostrano le immagini qui sotto). Non a caso la Virginia è passata dall’essere uno Stato profondamente repubblicano ad essere sempre più un safe state democratico.
Economia
La Virginia ha un’economia forte, con un PIL pro capite leggermente più alto della media americana (52.000 $ vs 50.500 $) e un tasso di disoccupazione leggermente più basso (2.6% vs 3.6%). Negli ultimi anni l’economia è cresciuta meno che la media americana, come dimostra il grafico qui in basso. Il sistema produttivo è diversificato, ma sono soprattutto i servizi legati alla difesa, all’informatica e alle biotecnologie a giocare un ruolo importante negli ultimi anni.
Come si vota alle primarie
La Virginia conta 124 delegati alla Convention del Partito Democratico. Di questi, 25 sono superdelegati (che quindi votano liberamente e non sono legati ai risultati delle primarie), mentre i restanti sono eletti tramite il sistema delle primarie aperte: tutti, indipendentemente dall’affiliazione partitica, possono votare. I 99 delegati eletti tramite primarie sono per la maggior parte ripartiti tra gli undici distretti congressuali, mentre 13 sono eletti a livello statale. Per ricevere delegati, i candidati devono ricevere almeno 15% a livello congressuale.
Come è andata nel 2016 e cosa dicono i sondaggi
Quattro anni fa non ci fu storia: le primarie furono vinte da Hillary Clinton con il 65% dei voti, quasi il doppio di Bernie Sanders. La Clinton vinse anche a novembre contro Trump, conquistando il 50% dei voti (contro il 44 dell’attuale inquilino della Casa Bianca).
Oggi la situazione appare più incerta e abbastanza fluida. Se fino a poche settimane fa infatti la sfida era praticamente chiusa, con un chiaro vantaggio a favore di Joe Biden, dopo le deludenti performance in Iowa, New Hampshire e Nevada l’ex Vice Presidente di Obama è sceso fino ad arrivare al terzo posto, dietro Sanders e Bloomberg. Oggi Bernie sembrerebbe essere primo ma con un vantaggio di poco più di 5 punti (al 25%), mentre Joe Biden si ferma al 20% e Bloomberg al 17.5%. Più distaccati, Warren si aggira intorno al 10%, mentre la Klobuchar si ferma al 5%.
Sebbene in vantaggio, non è detto che Sanders vinca: la vittoria di Biden in South Carolina, il recente endorsement all’ex VP di Obama da parte dell’influente senatore della Virginia Tim Kaine (che nel 2016 corse come candidato alla vicepresidenza in ticket con Hillary Clinton) e la scelta di Buttigieg di ritirarsi dalla corsa alla nomination potrebbero spostare l’ago della bilancia verso Biden, che però contende il campo moderato con Bloomberg e Klobuchar. Sarà una sfida all’ultimo voto.