Israele (di nuovo) al voto tra scandali e paralisi politica

Pubblicato il 2 Marzo 2020 alle 15:00 Autore: Tommaso Rossotti

Per la terza volta in meno di un anno i cittadini di Israele oggi si recheranno alle urne per eleggere i 120 membri del Knesset, il parlamento nazionale. Le due scorse elezioni hanno infatti portato ad una completa paralisi del sistema politico israeliano: sia ad Aprile che a Settembre 2019 infatti si é registrato pressoché un pareggio tra le due principali forze politiche del Paese, l’alleanza centrista Blu e Bianco guidata da Benny Gantz e Likud, il partito conservatore del premier uscente Netanyahu. Nonostante in linea teorica i due partiti abbiano entrambi concordato sulla necessità di costituire un governo di coalizione, le negoziazioni sono più volte fallite. Le prossime elezioni rischiano di replicare l’impasse delle tornate precedenti, in un sistema politico sempre più polarizzato. La campagna elettorale si é concentrata quasi esclusivamente sulla figura di Netanyahu: l’attuale Primo Ministro é in carica da oramai 11 anni ed é attualmente indagato per corruzione. Di fatto, il voto di oggi si é trasformato in un referendum su di lui.

I partiti principali

Alle scorse elezioni nove partiti sono entrati in Parlamento. Di questi, i due principali sono Blu e Bianco e Likud.

Blu e Bianco é una formazione centrista e liberale creata nel Febbraio 2019 dalla fusione di tre partiti di centro e centro-destra. Il suo leader é Benny Gantz, precedentemente Capo delle Forze Armate israeliane. Tra i punti principali del suo programma politico, troviamo la lotta alla corruzione, più investimenti in istruzione e sanità, nuove negoziazioni di pace con l’Autorità Palestinese e l’introduzione di un limite di otto anni al mandato del Primo Ministro.

Likud é il principale partito di destra israeliano, al governo dal 2009 sotto la guida del Primo Ministro Benjamin Netanyahu. Conservatore dal punto di vista fiscale, Likud sostiene una linea dura nelle relazioni con la Palestina, e recentemente si é espresso favorevolmente al piano di pace proposto da Trump. Il partito é stato accusato negli ultimi anni di corruzione, e attualmente Netanyahu é in attesa di processo per corruzione e frode.

 

A sinistra, troviamo la Lista Unita, la principale formazione filo-araba del Paese, i Laburisti e Meretz, un partito ecologista e social-democratico. Questi ultimi due partiti hanno annunciato che correranno insieme alle elezioni di oggi.

 

A destra invece troviamo Yisrael Beitenu, una formazione nazionalista e liberalista, e 3 partiti religiosi e conservatori: l’Unione di Destra, la Torah Unita e Shas. Questi partiti si sono detti disponibili a collaborare con Likud, ma nelle ultime due elezioni non sono risultati sufficienti per costiture una maggioranza in Parlamento.

 

 

Il sistema elettorale

La legge elettorale israeliana é piuttosto semplice: é in vigore un sistema proporzionale con un’unica circoscrizione a livello nazionale. Esiste una soglia di sbarramento del 3,25%. Questo sistema ha portato spesso a Parlamenti frammentati, con governi abbastanza instabili.

 

Cosa dicono i sondaggi

A scanso di sorprese, le elezioni di oggi dovrebbero consegnare una situazione pressoché identica a quella delle due elezioni passate: Blu e Bianco e Likud sono dati molto vicini nella lotta per il primo posto, ma nessuno dei due avrà abbastanza seggi per costituire un governo, e le negoziazioni potrebbero arenarsi come nei passati tentativi.