Elezioni Israele, Netanyahu vince ma rischia
Le elezioni politiche israeliane del 2 Marzo 2020, il terzo appuntamento elettorale dello Stato Ebraico nell’ultimo anno solare, hanno visto la vittoria del Likud, parto nazionalista-liberale del primo ministro Benjamin “Bibi” Netanyahu, il quale ha ottenuto 36 seggi, staccando di tre seggi il principale rivale del Likud, il partito centrista “Blu e Bianco” fondato dal Tenente generale Benny Gantz, fermo a quota 33. Allo stato attuale, il blocco di destra otterrebbe 58 seggi (sommando a quelli del Likud i 9 seggi di Shas e i 7 ottenuti rispettivamente da Giudaismo Unito nella Torah e Yamina) arrestandosi a tre seggi di distanza dai 61 necessari a ottenere la maggioranza assoluta della Knesset, che conta un totale di 120 seggi. Al contrario, il blocco di centro-sinistra è fermo a quota 40 seggi, con i 7 scranni conquistati dalla coalizione socialdemocratica formata dal Partito Laburista e dai partiti Gesher e Meretz, i quali si aggiungono ai 33 ottenuti da Blu e Bianco. Infine, la Lista Comune, la coalizione arabo-israeliana antisionista, ottiene 15 seggi, mentre 7 sono i seggi ottenuti da Yisrael Beytenu, partito nazionalista degli ebrei russi fondato da Avigdor Lieberman, già ministro degli Esteri e successivamente della Difesa nei governi Netanyahu, poi dimessosi in polemica con lo stesso premier.
Proprio l’ex alleato di Bibi è quello che più sta facendo tremare il primo ministro. Infatti, Yisrael Beiteinu appoggerà la “legge anti-Netanyahu” che sarà proposta alla Knesset dai deputati di Blu e Bianco, un provvedimento generale che impedisce a un cittadino israeliano incriminato e sotto processo di diventare premier. A tal proposito, ricordiamo che Netanyahu andrà a processo dal prossimo 17 marzo con tre capi d’accusa: corruzione, frode e abuso d’ufficio. Ma non finisce qui. Sempre Lieberman ha annunciato che proporrà Benny Gantz come primo ministro del nuovo governo.
Difficile prevedere un’alleanza tra Blu e Bianco e la Lista Comune del leader Ayman Odeh, il quale ha attaccato Gantz per la sua volontà di formare una coalizione costituita da una “maggioranza ebraica” alla Knesset. Inoltre, qualche settimana prima delle elezioni, il partito di Gantz ha dichiarato di voler sostenere Israele nel sancire la propria sovranità sulla Cisgiordania, idea a cui la formazione arabo-israeliana si oppone fermamente. Inoltre, qualora Lieberman dovesse davvero dare l’endorsement a un governo capeggiato da Gantz, ogni tentativo di alleanza tra Blu e Bianco e la Lista Comune diverrebbe del tutto impraticabile.
Pertanto, un governo di “unità nazionale” con Benny Gantz premier appoggiato dal partito di Lieberman è, allo stato attuale, la strada più percorribile per garantire a Israele un governo stabile, dopo un travagliato anno di elezioni in cui, finora, non si è mai riusciti a esprimere una maggioranza parlamentare.