Elezioni municipali in Francia: un test importante per la politica transalpina
Il 15 marzo e il 22 marzo la quasi totalità dei comuni francesi andrà al voto, fornendo un test molto importante a livello politico. La Republique En Marche (LaREM), il movimento del Presidente Emmanuel Macron, è alla prima prova significativa a livello locale, dove è al momento poco rappresentato. Il centrodestra gollista dei Les Républicains e il centrosinistra del Partito Socialista (PS), da anni in crisi a livello nazionale, sono invece ancora i partiti principali a livello locale e non possono permettersi di perdere anche questo primato. Il Partito Verde (EELV) è in ascesa e punta a conquistare città importanti, mentre il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen è tradizionalmente debole a livello locale, specialmente nelle grandi città. Inoltre, le elezioni municipali hanno anche un risvolto a livello legislativo, dal momento che gli enti locali eleggono indirettamente il Senato. Questa camera non vota la fiducia al governo, ma ha comunque voce in capitolo nell’approvazione delle leggi. Il sistema elettorale per i comuni con più di 1000 abitanti prevede un doppio turno, con i candidati che abbiano ottenuto almeno il 10% dei voti. Le città più grandi sono divise per settori, la cui conquista dà diritto a un premio di maggioranza. Di seguito presentiamo la sfida nelle cinque principali città al voto.
Parigi
La capitale è attualmente governata dalla socialista Anne Hidalgo, che si candida alla rielezione con il favore dei sondaggi. Sotto la sua guida, Parigi ha fatto importanti passi avanti sotto il profilo ambientale, il che rende il sindaco popolare anche tra gli ecologisti. La sua vittoria è cruciale per un Partito Socialista moribondo a livello nazionale e che non sembra essere in grado di uscire dalla crisi in cui è precipitato, con i suoi voti sottratti principalmente da LaREM e verdi.
La principale avversaria di Hidalgo è l’ex ministro Rachida Dati, candidata per i repubblicani. Dati rimprovera a Hidalgo una gestione eccessivamente improntata sull’ambiente, dimenticando importanti priorità come sicurezza e incuria della città. La Republique En Marche aveva candidato Benjamin Griveaux, che è stato però travolto dalla diffusione di suoi video intimi per cui si è ritirato. Il partito del Presidente non ha indicato un candidato alternativo, dunque si presume che molti suoi elettori possano scegliere l’eccentrico matematico Cédric Villani, che aveva comunque scelto di candidarsi dopo che LaREM aveva gli aveva preferito Griveaux. I verdi, in ascesa in città, candidano David Belliard, mentre il RN (che nella capitale ha davvero poco seguito) punta su Serge Federbusch. Secondo i sondaggi, si prospetta una sfida a due tra Hidalgo e Dati, con la prima favorita, ma non sono da escludere exploit di Villani e dei verdi.
Marsiglia
A Marsiglia finisce dopo 25 anni il governo del repubblicano Jean-Claude Gaudin, che alle soglie degli 81 anni lascia la vita politica. La seconda città francese è stata in passato un tradizionale fortino della sinistra, ma da quando le sue strutture industriali sono state in gran parte smantellate è caratterizzata dal voto di protesta e dal successo dell’estrema destra, anche per via di una fortissima presenza di immigrati. Il 25% dei marsigliesi vive sotto la soglia di povertà, il che ne fa una delle città più difficili del Paese.
La favorita dai sondaggi (23% al primo turno, in netta diminuzione rispetto al 38% ottenuto da Gaudin nel 2014) è la repubblicana Martine Vassal, ex vice del sindaco Gaudin e attuale presidente dell’area metropolitana Aix-Marsiglia. La sinistra ha cercato, fallendo, di unirsi su un solo nome, quello dell’ecologista Michèle Rubirola. La sua candidatura è sostenuta dai socialisti, dalla sinistra radicale La France Insoumise (LFI) e da altri gruppi progressisti. Tuttavia, la sua candidatura è indebolita dalla scelta dei verdi di sostenere Sèbastien Barles e dalla discesa in campo della socialista dissidente Samia Ghali. Il RN candida invece Stéphane Ravier che, sempre secondo i sondaggi, potrebbe vincere il primo turno, mentre pare improbabile la sua vittoria finale. Marsiglia è la grande città in cui il partito di Le Pen è più forte, mentre Yvon Berland, il candidato di Macron, è stimato solamente all’8% e difficilmente raggiungerà il secondo turno.
Lione
Lione è l’unica città che voterà contemporaneamente per il comune e per la città metropolitana, che per la prima volta sarà eletta direttamente dai cittadini. La terza città francese è governata dal 2001 da Gerard Collomb, eletto con i socialisti e passato successivamente con La Republique En Marche di Emmanuel Macron, con cui è stato anche Ministro dell’Interno. Queste elezioni sono dunque particolarmente importanti per il partito del Presidente, che non può permettersi di perdere la città principale che amministra.
Se per la città metropolitana il successo di Collomb (che lascia così definitivamente la poltrona di sindaco) non sembra essere in discussione, per il futuro inquilino dell’Hotel de Ville le cose sembrano essere meno chiare. L’erede di Collomb e candidato di LaREM è Yann Cucherat, ex ginnasta olimpionico è tallonato nei sondaggi dal verde Grégory Doucet. Lione è una delle città più inquinate di Francia e anche per questo gli ecologisti hanno qui un particolare successo e puntano al colpo grosso. Il candidato repubblicano Etienne Blanc è stimato al 18% al primo turno e può sperare nelle divisioni nel campo progressista per vincere, mentre non sembrano esserci chances per Agnès Marion, la candidata di Marine Le Pen.
Tolosa
La città principale del sudovest della Francia è il centro della rivolta dei gilet gialli e tradizionalmente sede di voto di protesta. Nelle elezioni presidenziali del 2017 qui vinse il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon. In passato la città ha supportato i vari candidati socialisti alle elezioni presidenziali, tuttavia a livello municipale è sempre stata nelle mani della destra gollista a partire dal 1971, con la sola eccezione dell’amministrazione socialista guidata da Pierre Cohen tra il 2008 e il 2014.
Interessante è il fatto che qui La Republique En Marche sostenga il sindaco gollista uscente Jean-Luc Maudenc, il quale non dovrebbe avere problemi ad essere rieletto, essendo stimato al 41% al primo turno. I suoi principali avversari sono il candidato congiunto dei verdi e di Mélenchon Antoine Maurice, stimato al 25%, la socialista Nadia Pellefigue e l’ex sindaco Cohen, che si candida con il movimento “Géneration S”. Il Rassemblement National, tradizionalmente molto debole in città, non dovrebbe superare lo sbarramento del 10% del primo turno.
Nizza
La città principale della Costa Azzurra è un fortino della destra gollista, che la governa ininterrottamente da oltre 50 anni. Qui è molto forte anche il Rassemblement National di Marine Le Pen, che è da tempo il primo partito della regione, anche se a Nizza resiste il predominio gollista. L’attuale sindaco è il repubblicano Christian Estrosi, uno dei nomi più popolari del centrodestra francese. Estrosi è sostenuto anche da larghi settori di LaREM, che non è riuscita a trovare un candidato unitario, dopo una serie di rinunce con annesse polemiche per la gestione locale del partito. Il successo di Estrosi non pare essere in discussione e, secondo alcuni analisti, potrebbe arrivare addirittura al primo turno. Il Rassemblement National candida il discusso Philippe Vardon, ex membro dei movimenti identitari e in passato espulso dal RN per le sue posizioni estremiste, in particolare nei confronti dell’Islam. Il suo seguito al primo turno è stimato intorno al 13%. La sinistra si presenta divisa, con i socialisti che candidano Patrick Allemand, La France Insoumise Mireille Damiano e i verdi Jean-Marc Governatori. Solo quest’ultimo dovrebbe essere in grado di superare il primo turno.