Entrambe le camere del Parlamento russo hanno approvato in lettura finale una modifica costituzionale, che include una proposta che “azzererebbe” il conteggio dei mandati presidenziali, aprendo così potenzialmente la strada a Vladimir Putin per la candidatura per due ulteriori mandati alla guida del Cremlino.
Putin, già al potere da circa 20 anni, seppur con alternanza tra ruolo di Primo Ministro e Presidente, al momento non ha escluso una sua discesa in campo per le presidenziali del 2024 ma durante un discorso al parlamento ha affermato che, prima che ciò venga anche solo preso in considerazione, “la Corte Costituzionale dovrà dare il proprio assenso”.
La Duma, la camera bassa, ha approvato il testo con 383 voti a favore 0 contrari e 43 astenuti, mentre il Consiglio Federale, la camera alta, ha approvato con 160 voti favorevoli, 1 contrario e 3 astenuti.
Uno dei principali oppositori di Putin, Aleksej Naval’nyj, ha criticato il Cremlino, accusando il titolare di essere intenzionato a diventare “Presidente a vita”.
Qualora Putin decidesse di ricandidarsi e riuscisse a vincere entrambe le le elezioni, resterebbe in carica fino al 2036, raggiungendo i 36 anni di governo. In questo scenario, supererebbe Stalin in termini di longevità politica e si piazzerebbe dietro allo Zar Pietro il Grande, il quale regnò per 43 anni.
Ora la legge di riforma costituzionale, per essere definitivamente approvata, dovrà essere passata al vaglio delle assemblee legislative regionali, che dovranno votare con la maggioranza dei due terzi.
Superata questa prima fase, il testo dovrà quindi essere sottoposto all’analisi della Corte Costituzionale che, in sette giorni, ne verificherà la costituzionalità.
Qualora la legge dovesse essere giudicata incostituzionale, l’iter si fermerà. In caso contrario, il presidente sarà chiamato ad indire un referendum.