Il caso Olanda, un Paese in semi-lockdown
Sette milioni di olandesi erano davanti al televisore lunedì notte, mentre il premier Mark Rutte pronunciava un discorso alla nazione. “Il coronavirus è in mezzo a noi, ed è qui per restare”, ha detto. Il primo ministro olandese ha dichiarato che la priorità è la salute dei cittadini e che per difenderla bisogna affidarsi alla conoscenza e alle indicazioni dei virologi. Sono proprio le stime, continua il premier, a dirci che molti olandesi saranno contagiati.
L’obiettivo del governo sarà dunque quello di “ritardare il contagio e allo stesso tempo raggiungere l’immunità della popolazione in modo controllato”, aspettando che un vaccino o una cura siano disponibili. Intanto, occorre proteggere le fasce più deboli. Non è previsto quindi, per ora, il lockdown dell’Olanda.
Tuttavia, nei giorni successivi Mark Rutte ha dovuto ritrattare, specificando che l’immunità di gregge non è l’obiettivo del governo olandese e ammettendo che il suo discorso di lunedì è stato frainteso. Il vero obiettivo è esercitare il massimo controllo sul virus, dilatando più possibile la curva dei contagi.
Il Professor Jaap van Dissel, direttore dell’Istituto Nazionale olandese per la Salute Pubblica e l’Ambiente (RIVM), conferma quanto spiegato dal primo ministro. L’immunità di gruppo non è l’obiettivo finale, ma un effetto collaterale dell’approccio del governo Rutte: serve una via di mezzo tra il lockdown e un mero tentativo di controllare il virus.
Secondo van Dissel, una chiusura totale non impedirebbe al virus di tornare dopo il ripristino della vita normale. E a ben guardare, sostiene l’esperto, diversi paesi europei che dicono di essere in lockdown, in realtà non lo sono. Ciononostante, il governo non esclude che se il sistema sanitario non riuscisse a reggere, si provvederà a prendere misure più stringenti.
Al momento l’Olanda è in semi-lockdown. Le scuole e gli asili sono chiusi, eccezion fatta per quelli che ospitano i figli dei lavoratori essenziali. I bar e i ristoranti rimarranno chiusi fino al 6 aprile compreso, mentre gli hotel saranno aperti. Le palestre e i club sportivi riapriranno il 7 aprile, così come i sex club e coffee shop. Inoltre, il governo raccomanda di rimandare i viaggi non essenziali e di mantenere il metro e mezzo di distanza dalle altre persone, anche mentre si fa la spesa.
Chi mostra sintomi come raffreddore, tosse o mal di gola deve restare a casa e chiamare il proprio medico se i sintomi peggiorano. I raggruppamenti di oltre cento persone sono annullati in tutto il paese, il che comporta la chiusura di musei e teatri, e la cancellazione di concerti ed eventi sportivi. Gli anziani, a cui a partire da lunedì 23 marzo sarà dedicato un lasso di tempo riservato per fare la spesa (dalle 7 alle 8 del mattino in tutti i supermercati), è consigliato di stare a casa. Il governo chiede inoltre agli operatori sanitari di restare nel paese e di presentarsi sempre al lavoro, salvo in caso di febbre.
Il bilancio in Olanda, aggiornato al pomeriggio di venerdì 20 marzo, è di 2994 contagiati, di cui 725 operatori sanitari. 106 sono le vittime, di età compresa tra i 63 e i 95 anni. La provincia più colpita è quella del Brabante Settentrionale, con 1012 contagiati, seguita da Olanda Meridionale (405), Limburg (366) e Olanda Settentrionale (353). I siti governativi specificano inoltre che il numero dei contagi è molto più alto di quanto riportato, perché ormai non tutti i potenziali infetti sono sottoposti al test.