N.B. Quello che stai per leggere è un articolo frutto della fantasia degli autori al fine di contestualizzare e creare una narrazione intorno ad una votazione online che si terrà sulla nostra pagina Facebook e Instagram.
Anno 2030 – l’Italia è ancora una volta divisa.
Dopo la crisi sanitaria scoppiata in seguito alla diffusione del nuovo coronavirus nel 2020, il governo unitario della Repubblica Italiana non ha retto e la penisola è implosa dividendosi in 17 tra staterelli e città libere.
Dopo anni di scontri e battaglie interne però i neo capi di stato italici hanno deciso di riunirsi in una Confederazione ed eleggere un unico Presidente per la rappresentanza estera e il controllo militare. L’elezione sarà a suffragio universale con diritto di voto per tutti i cittadini dei 16 stati che prenderanno parte alla “Confederazione degli Stati Italici”.
Ma come si è arrivati a tutto questo?
In un primo momento il governo di Roma, presieduto da Giuseppe Conte, ha cercato ad inizio 2021 di imporsi con forza rispetto alle costanti e ripetute rivendicazioni di autonomia prima e di indipendenza poi dei territori. Ma gli sforzi in termini di concessioni e fondi non sono bastati.
A Marzo 2021 nacque così l’Arciducato Campano, primo neo-stato separatista, a seguito della dichiarazione di indipendenza firmata a Napoli dall’Arciduca Vincenzo De Luca.
Non passò molto tempo prima che anche un governatore del Nord, Luca Zaia, ad un mese esatto dall’indipendenza campana si dichiarò Doge della Serenissima Repubblica di Venezia, occupando fra gli altri anche i territori dell’allora Friuli-Venezia Giulia ed estendendo i suoi possedimenti fino alla città croata di Fiume.
Il governo Conte, persa ormai ogni speranza di controllo sul territorio nazionale in seguito alle due dichiarazioni di indipendenza nel giro di un mese, venne sostituito da un governo di unità nazionale insediatosi a Roma il 13 Maggio 2021, presieduto dall’ex attore Carlo Verdone.
L’avvicendamento alla guida della nazione, unito ad una strenua battaglia contro gli insorti, ha per pochi mesi spento le scintille indipendentiste che infiammavano il paese fino a quando la Sardegna, ad agosto 2021, si dichiarò Regno guidato dal Re Solinas.
A Settembre toccò invece alla Sicilia: i due uomini forti dell’Isola, il Presidente Nello Musumeci e il Sindaco di Messina Cateno De Luca, si diedero battaglia per mesi per il controllo della Trinacria, fin quando il primo ebbe la meglio dichiarando l’isola indipendente e si auto-incoronò Vicerè di Sicilia.
L’esercito di Cateno De Luca mantenne però il controllo dello stretto e della città di Messina ed invase, a Novembre 2021, la Calabria, instaurando cosi il Capitanato dello Stretto.
In una situazione sempre più fuori controllo, entro la fine del 2021 dichiararono la propria indipendenza anche la Puglia guidata da Michele Emiliano, che si sarebbe poi proclamato Visconte di Bari e Protettore delle Puglie, la Liguria del Marchese Giovanni Toti e la Toscana che dichiarò rinato il Granducato a guida Enrico Rossi.
Il 2022 si aprì con la notizia che Clemente Mastella, sindaco di Benevento, prima della presa del potere in tutta la Campania dell’Arciduca Vincenzo De Luca, fosse insorto dichiarando l’indipendenza della sua città e convincendo a fare lo stesso anche Gianluca Festa, ex sindaco della città di Avellino.
Le due città campane incassarono il sostegno anche di Matera e Potenza, che nel frattempo si erano dichiarate città libere ed indipendenti dall’Italia. Le quattro città così riunite col nome di “le Quattro Sorelle” si prepararono ad ingaggiare battaglia contro De Luca, capitanate da Clemente Mastella. Presto anche Napoli seguì l’esempio di Benevento e guidata dal Condottiero Luigi De Magistris dichiarò la propria indipendenza a fine Gennaio.
L’Arciduca Vincenzo De Luca, intento a mantenere saldamente il potere e non perdere nemmeno un metro quadrato del suo nuovo regno, affrontò subito in battaglia gli insorti, iniziando quelle che sarebbero passate alla storia come “le Battaglie Campano-Lucane del 2022”.
Alla fine i tre leader, riuniti per i trattati di pace a Capri, trovarono una soluzione: l’Arciduca concesse infatti autonomia alle due città di Benevento e Napoli, ma in cambio ottenne il controllo anche dei possedimenti lucani. Nacquero cosi il 23 Marzo 2022 il Ducato di Benevento controllato da Mastella, e la Città Libera di Napoli amministrata dal Baronetto Luigi De Magistris.
Più a nord, precisamente al Pirellone, il 18 Aprile, avvenne poi lo storico incontro fra l’allora Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il Sindaco di Milano Giuseppe Sala. I due in una dichiarazione congiunta dichiararono l’indipendenza lombarda, con Milano che diede vita al suo Ducato guidato dal Duca Sala e il resto della Lombardia governata dal Gran Principe dei Longobardi Fontana.
Su modello lombardo nell’autunno del 2022 la sindaca del capoluogo piemontese Appendino e il Presidente di Regione Cirio si incontrarono più volte allo scopo di trovare un accordo per la spartizione del territorio, ma alla fine si arrivò allo scontro. I due eserciti si fronteggiarono nelle campagne di Asti per settimane fin quando a prevalere fu Cirio. Non riuscì pero a conquistare Torino ma impose sulle restanti province piemontesi il suo controllo istaurando il suo Ducato di Savoia.
La truppe guidate dalla Contessa Appendino, mantenendo saldo il controllo sulla città della Mole, si riversarono in massa in Valle d’Aosta, annettendo ai domini della Contessa anche quest’ultimo territorio a Febbraio 2023.
Ad Aprile 2023, in uno storico discorso a quel che resta della Nazione, il Premier Carlo Verdone si auto-dichiara destituito dall’avvicendarsi dei fatti e dichiara finita l’esperienza unitaria del nostro paese sotto la forma di Repubblica.
Il giorno dopo l’Austria invase il Trentino-Alto Adige con la scusa della necessità di tutelare la popolazione sudtirolese ivi residente visto che l’Italia aveva ufficialmente cessato la sua esistenza come stato internazionalmente riconosciuto.
Per quanto Bolzano accettò di buon grado questa annessione, lo stesso non si può dire di Trento che, oltre ad armarsi contro gli austriaci, invocò l’intervento del vicino Gran Principe dei Longobardi Fontana in loro aiuto.
Fontana, col suo esercito, dichiarò quindi guerra a Vienna il 20 Aprile 2023 e marciò alla volta di Trento.
Nel frattempo a Roma si dividevano i poteri territoriali Zingaretti, ex Presidente della Regione, e la sindaca della capitale Virginia Raggi. Quest’ultima ne approfittò per instaurare una forma repubblicana di potere dichiarando la nascita del Repubblica Romana, autoproclamandosi Senatrice dei Sette Colli.
Nicola Zingaretti divenne invece Protettore degli Stati Pontifici e, con i plebisciti di Settembre 2023, annesse le ex regioni rimaste sotto il controllo dell’ex Repubblica: Abruzzo, Molise, Marche e Umbria.
In Emilia-Romagna l’evoluzione politica subì un processo completamente differente rispetto alle altre regioni.
L’ex Regione si organizzò presto in Soviet autonomi per ogni provincia che, riunitisi ad inizio 2024, elessero un unico rappresentante nella persona di Stefano Bonaccini, ex Governatore della regione, che ottenne oltre 2/3 dei voti dei soviet riuniti, battendo così l’altro principale candidato Virginio Merola, a capo del soviet bolognese. Bonaccini ottenne pertanto la carica di Presidente del Praesidium del Soviet Supremo dell’Emilia-Romagna.
La guerra lombardo-austriaca per il controllo del Trentino-Alto Adige andò avanti invece per anni, fino alla tregua del 2026 che sancì l’ingresso nel dominio di Fontana della Provincia di Trento, lasciando però il controllo di Bolzano all’Austria.
Ad inizio 2027 Re Solinas di Sardegna invase con la sua flotta la vicina Corsica francese ingaggiando battaglia con l’esercito locale il 13 di Febbraio. L’imperatore Macron di Francia, impegnato nell’annosa guerra con la Germania scoppiata due anni prima per il controllo della regione della Lorena e in diversi scenari internazionali per le guerre coloniali, cercò di contrastare l’avanzata sarda inviando un corpo d’armata ad Ajaccio.
Nonostante ciò l’esercito di Solinas ebbe la meglio e conquistò la capitale della Corsica dopo appena 3 mesi dallo sbarco sull’isola. Quel che rimaneva dell’esercito francese in ritirata si rifugiò a Bastia e mantenne il controllo della città fin quasi alla fine del 2027.
A Dicembre infatti Solinas ruppe l’assedio e costrinse le truppe nemiche ad abbandonare la città. A Natale dello stesso anno Solinas si fece proclamare Re Solinas di Sardegna e di Corsica.
I due anni che seguirono furono un periodo di relativa quiete militare e politica e i 17 regnanti governarono ognuno il proprio territorio senza interferire nella politica altrui.
A Pasqua del 2028 i 17 si riunirono su invito di Papa Francesco in Vaticano per una conferenza di pace e di dialogo fra gli stati Italiani. La conferenza aveva come obiettivo dichiarato quello di dar vita ad un’entità politica comune per la rappresentanza estera unitaria degli stati. I regnanti trovarono un accordo pochi mesi più tardi sulla “Confederazione degli Stati Italici”, una realtà confederata composta da tutti gli stati che oggi occupano il territorio della fu Repubblica Italiana.
La Confederazione garantirà l’autonomia ed indipendenza di ogni singolo stato, richiamando a sè invece esclusivamente funzioni di rappresentanza internazionale e di controllo dell’Esercito Confederato Unito e della Magnifica Flotta della Confederazione in caso di guerra o difesa del territorio italico.
I regnanti vollero poi istituire anche la figura del Presidente della Confederazione degli Stati Italici. La stessa sarà oggetto di elezioni da parte degli elettori italici ed avrà lo scopo di dare la direzione politica-economica al Concilio Ristretto della Confederazione, organo di indirizzo politico cui faranno parte tutti i capi di stato italiani, con infine potere di veto sulle decisioni di quest’ultima.
Per quanto vi furono diverse esitazioni il trattato fu firmato nella Basilica di San Pietro un anno dopo l’inizio della conferenza, a Pasqua del 2029. Solo Solinas di Sardegna e di Corsica si rifiutò di controfirmare il trattato, dichiarando di voler salvaguardare l’indipendenza del suo regno e tirandosi fuori dalla Confederazione.
I 16 capi di stato rimasti si accordarono invece per organizzare le elezioni generali per il Presidente della Confederazione degli Stati Italici entro l’estate del 2030, alle elezioni avrebbero preso parte:
- Enrico Rossi: Granduca di Toscana
- Chiara Appendino: Contessa di Torino e delle Alpi Graie
- Giuseppe Sala: Duca di Milano
- Attilio Fontana: Gran Principe dei Longobardi
- Nicola Zingaretti: Protettore degli Stati Pontifici
- Luca Zaia: Doge della Serenissima Repubblica di Venezia, Signore del Friuli-Venezia Giulia e Protettore di Istria e Dalmazia
- Nello Musumeci: Vicerè di Sicilia
- Cateno De Luca: Capitano dello Stretto
- Giovanni Toti: Marchese della Liguria
- Luigi De Magistris: Baronetto di Napoli
- Vincenzo De Luca: Arciduca della Campania e Protettore delle Valli Lucane
- Stefano Bonaccini: Presidente del Praesidium del Soviet Supremo dell’Emilia-Romagna
- Clemente Mastella: Duca di Benevento
- Alberto Cirio: Duca di Savoia
- Michele Emiliano: Visconte di Bari e Protettore delle Puglie
- Virginia Raggi: Senatrice dei Sette Colli di Roma
Il vincitore sarà il primo Presidente della Confederazione degli Stati Italici e guiderà il Concilio Ristretto che si riunirà nel Distretto Federale di Foligno nel nuovissimo Palazzo della Confederazione.