Ormai sono passati quasi 4 anni da quel fatidico 23 giugno 2016 che ha cambiato le sorti della storia recente del Regno Unito e dell’Unione Europea. A distanza di anni e di ardue negoziazioni, non concluse, con Bruxelles, i britannici ancora si interrogano sulla scelta fatta quel giorno.
L’istituto Number Cruncher Politics ha effettuato un sondaggio per Bloomberg News chiedendo ai cittadini britannici di esprimersi su 2 quesiti:
- “Col senno di poi, considerate la scelta del Regno Unito di uscire dall’UE giusta o sbagliata?”
- “Il Regno Unito dovrebbe entrare nell’UE o no?”
Il sondaggio è stato realizzato dal 24 al 26 marzo 2020 e il campione intervistato è stato di 1.010 persone aventi diritto di voto.
“Col senno di poi, considerate la scelta del Regno Unito di uscire dall’UE giusta o sbagliata?
Il 48% degli intervistati considera giusta la Brexit mentre il 40% afferma che è stata una scelta sbagliata.
Analizzando nel dettaglio le differenti categorie possiamo notare una netta divisione fra gli intervistati.
Innanzitutto, nelle fasce di età dai 18 ai 44 anni la Brexit viene maggiormente vista come un errore mentre dalle persone dai 45 anni in poi la Brexit è stato un fatto positivo, mostrando così un netto divario generazionale.
A livello d’istruzione, il 56% dei laureati ritiene la scelta sbagliata mentre tra i non laureati il 56% è ancora pro Brexit.
Per quanto riguarda i votanti al referendum nel 2016, il 78% di chi ha votato Remain reputa ancora la Brexit come un’opzione sbagliata, con solo il 13% che ha cambiato idea, appoggiandone l’uscita. L’89% di chi ha votato Leave è rimasto fermo nelle sue intenzioni, con solo il 5% ad aver cambiato opinione. Fra le persone intervistate che non hanno votato al referendum, il 38% considera la Brexit giusta, il 24% sbagliata e il 38% ancora non si esprime.
In riferimento alle elezioni legislative del 2019, il 78% di chi ha votato i Tories è ancora a favore dell’uscita dall’UE, mentre il 69% degli elettori laburisti e l’89% degli elettori liberali sono fortemente contrari a questa scelta.
Infine, dal punto di vista territoriale solo la Scozia (che rimane la zona più avversa alla Brexit con il 57% degli intervistati che si dichiarano contrari) e il Galles (con il 47% che pensa che l’uscita sia sbagliata) sono le zone in cui maggiormente si considera la Brexit come un errore, mentre nel resto del Regno Unito (Londra compresa) i Brexiters sono in maggioranza.
“Il Regno Unito dovrebbe entrare nell’UE o no?
Il secondo quesito propone, invece, una domanda legata ala futuro del proprio paese, chiedendo agli intervistati se dopo la Brexit effettiva sarebbero a favore di un nuova domanda di adesione all’Unione Europea.
Il 38% sarebbe favorevole ad un ritorno nell’UE, mentre il 47% si dichiara contrario.
In molte categorie come l’età, il livello di istruzione e il voto alle ultime elezioni, i risultati coincidono con quelli del primo quesito, come a dimostrare che i supporters della Brexit voterebbe NO ad un nuovo ingresso mentre chi ritiene la Brexit un errore voterebbe ancora SI all’UE.
Però, in alcune categorie i risultati si discostano come la città di Londra in cui il 48% sarebbe favorevole ad un ritorno nell’UE rispetto al 38% contrario, un risultato che ribalta il primo quesito in cui il 46% riteneva la Brexit giusta mentre solo il 42% sbagliata. Discorso inverso per il Galles, nel quale il 47% sarebbe contrario all’UE e il 40% favorevole rispetto al 43% che considerava la Brexit giusta e il 47% sbagliata. Anche in Scozia la percentuale di favorevoli all’ingresso nell’UE (51%) si è ridotta rispetto al primo quesito (57%).
Questo discostamento in alcuni casi è dato sia dal fatto che alcuni intervistati potrebbero non aver espresso la propria opinione ad uno dei 2 quesiti, sia dal fatto che chi ha ritenuto la Brexit un errore ora considererebbe la scelta di rientrare anch’essa sbagliata.