Nonostante la ratifica del parlamento moldavo di giovedì, la Corte Costituzionale ha bloccato l’erogazione del prestito russo per 200 milioni di euro, volto a sanare parte del deficit di bilancio di quest’anno, con lo scopo di verificarne la legittimità prima di dare il suo via libera.
La Corte è stata adita da un parlamentare di opposizione, Serdgiu Sirbu, il quale afferma che tale prestito sia volto a pagare la campagna elettorale del Presidente filo-russo Igor Dodon per le presidenziali che dovranno tenersi a fine anno.
A sostegno della tesi l’opposizione fa notare come solo una parte del finanziamento, il 50%, verrà erogato subito, mentre la restante parte sarà concessa entro il prossimo 31 ottobre, con la tornata elettorale fissata invece a Novembre.
Da parte sua il governo e il Presidente Dodon difendono la legittimità del prestito, sostenendo tra l’altro la convenienza economica data dal basso tasso d’interesse (2%) e la possibilità di restituirlo in 10 anni, oltre che la necessità dello stesso per aiutare il paese a ripartire una volta vinta la battaglia contro il coronavirus.
Dodon si è espresso poi duramente contro l’opposizione affermando che il loro interesse è quello di scatenare una crisi per poi sfruttarla per prendere il potere: “Vorrebbero provocare una crisi, portare le persone in strada e tornare al potere su questa ondata”.