La commissione per gli affari esteri dell’UE starebbe seriamente prendendo in considerazione la possibilità di imporre sanzioni contro lo stato di Israele a causa della sua politica di annessione dei territori palestinesi.
Poche settimane fa è stato raggiunto l’accordo di governo tra Netanyahu e Gantz che si alterneranno sulla poltrona di primo ministro di Israele per 18 mesi ciascuno. Uno dei nodi più importanti dell’accordo tra le due parti consiste proprio nella comunione di intenti riguardo la sistematica colonizzazione della Cisgiordania.
Il piano di occupazione, che ha ottenuto l’endorsement del segretario di stato USA Mike Pompeo, consiste nella creazione di un’entità statale palestinese sul 70% dell’area della Cisgiordania mentre il restante 30% diventerebbe a tutti gli effetti territorio dello stato di Israele.
Tale decisione presa unilateralmente da Tel Aviv dovrebbe essere ratificata entro il 1° luglio ma ovviamente si sono scatenate proteste dall’UE e da gran parte del mondo islamico, proteste che se fatte seguire da provvedimenti di tipo economico potrebbero complicarne l’attuazione.
Tra i paesi che spingono per la risposta più rigida nei confronti di Israele ci sarebbero Francia, Svezia, Irlanda e Lussemburgo che sostengono la linea dura del capo della politica estera europea Josef Borrell.
Le proposte in campo per far desistere Israele sarebbero:
- la sospensione dell’accordo di associazione UE-Israele che gli concede libero accesso al mercato comune europeo;
- il congelamento del progetto Europeo per il finanziamento di ricerca e innovazione Horizon Europe 2021-2027 che disporrà di un budget di circa 100 miliardi di euro;
- l’uscita dell’UE dall’accordo sui cieli aperti con il paese.
Ci sono però delle problematiche riguardo la possibilità di approvare tali proposte.
In primis il Consiglio per gli affari esteri UE in questo caso (importante decisione di politica estera), non ha potere esecutivo ma solo propositivo, vale a dire che il consiglio può suggerire delle proposte di legge o decisioni che dovranno però poi essere ratificate da ogni singolo stato prima di diventare leggi a tutti gli effetti.
In secondo luogo, per far “passare” queste decisioni al Consiglio bisogna che esse vengano votate all’unanimità da tutti e 27 i membri UE, probabilità molto bassa poiché quasi certamente paesi come Ungheria, Romania e Repubblica Ceca essendo stretti alleati di Tel Aviv porranno il veto a una eventuale votazione.
Non si sono poi fatte attendere le dichiarazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, giunte attraverso un comunicato della Lega Araba del 6 Maggio, che si è espresso con parere negativo sottolineando l’illegalità degli insediamenti dei coloni israeliani in territorio cisgiordano. Ha aggiunto anche che l’annessione di quelle aree rappresenterebbe una violazione delle norme internazionali e porterebbe alla fine della soluzione dei due stati.