2° turno delle municipali in Francia: storica ondata verde
È stata una domenica sera di grandi colpi di scena, quella vissuta oltralpe. L’onda verde ha conquistato grandi città come Lione, Marsiglia e Strasburgo. A Marsiglia, l’ambientalista Michèle Rubirola, a capo di una coalizione di sinistra arriva davanti al candidato LR Martine Vassal. A Parigi, la favorita della vigilia, Anna Hidalgo viene riconferma a discapito della candidata del centrodestra, Rachida Dati. Il grandissimo sconfitto di questa seconda tornata elettorale delle municipali francesi è sicuramente il partito dell’inquilino dell’Eliseo, Emmanuel Macron, che non è riuscito ad ottenere nessuna grande città: magra consolazione la riconferma del premier Édouard Philippe nella città di Le Havre con il 58,8% dei voti. La Rassemblement national di Marine Le Pen conquista per la prima volta una città sopra i 100 mila abitanti: a Perpignan, Louis Aliot diventa sindaco con il 53% dei voti.
Il grande “vincitore” di questa seconda tornata di elezioni municipali è l’astensione record, con il 58,4%, tre francesi su cinque chiamati a votare hanno evitato le urne.
PARIGI: La riconferma della Hidalgo
Nella “ville lumière”, il tandem socialisti-ecologisti ha portato alla riconferma della sindaca del Parti Socialiste Anne Hildago, con il 49% dei voti. “Avete scelto voi il raduno. Avete scelto una Parigi che respira, una Parigi più piacevole, vivere una città più solidale che non lascia nessuno sul ciglio della strada”, ha dichiarato Anne Hidalgo dal sagrato dell’Hotel de Ville di Parigi, dopo i primi risultati già molto chiari.
«Sperimenteremo durante questo mandato altri modi per far vivere la democrazia», ha proseguito Anne Hidalgo. Questa vittoria ha senso perché è collettiva e voglio salutare tutti i nuovi eletti parigini. Questo mandato di eletto locale è la più bella delle responsabilità.»
A Parigi, l’elezione avviene per distretti (come a Lione e Marsiglia) e non a suffragio universale diretto, come nel resto del paese. Bisognerà quindi attendere un “terzo giro” per ufficializzare la rielezione del sindaco di Parigi.
Dietro la socialista, al 31,7%, la candidata di “Les Républicains” Rachida Dati: “Insieme a tutti i miei compagni, abbiamo raddrizzato la destra a Parigi. Non abbiamo dato vita a un partito, abbiamo dato vita a valori”, ha affermato la repubblicana, sottolineando di aver “così rotto con l’odio, i rancori, le divisioni che hanno indebolito e fatto perdere la destra parigina dal 2001”.
La macroniana Agnès Buzyn si è fermata al 13,7% dei voti.
LILLE: Per soli 227 voti, vince Aubry
Il secondo turno nella Cité nordiste è sintetizzabile in due numeri: 4 e 227. La sindaca socialista di Lille, Martine Aubry, è riuscita per 227 voti ad essere rieletta per la quarta volta contro il candidato ecologista, Stéphane Baly. Una suspense a cui nessuno avrebbe creduto qualche mese fa, Lille è una roccaforte socialista inespugnabile dal dopoguerra. Martine Aubry esce vincente ma indebolita per la sua quarta elezione (con il 40% dei voti), di fronte a una strategia offensiva dei suoi ex alleati verdi. Inoltre, l’altra candidata l’Hotel de Ville della città del Nord, Violette Spillebout, per La République en Marche, era sua ex direttrice di gabinetto. La candidata dell’Eliseo ha raccolto solo il 20% dei voti nonostante una campagna sul campo iniziata molto a monte.
“Ho sentito il messaggio ovunque in Francia sulla necessità di questa transizione ecologica”, ha detto al momento della proclamazione dei risultati, pur deplorando il livello massiccio dell’astensione. Un livello che fa dire al suo rivale Stéphane Baly che “Martine Aubry è stata eletta dal 12% degli iscritti, ossia il 7% delle Lillois”.
STRASBURGO: L’Hotel de Ville si colora di verde
Doveva essere “la” città del partito di Emanuel Macron, La République en Marche, ma così non è stato: l’ecologista Jeanne Barseghian è la nuova sindaca della città “europea”, con il 41,7%; nettamente davanti al candidato dell’LREM, Alain Fontanel, sostenuto anche dalla destra (34,9%), e alla socialista Catherine Trautmann (23,3% dei voti).
«È un segnale molto forte di vedere Strasburgo passare ecologista per di più con una donna», ha dichiarato la neoeletta ai suoi sostenitori riuniti al caffè del Théâtre National de Strasburgo.
Durante i due turni c’è stato un tentativo di alleanza PS-ecologisti, come nel caso di Parigi, ma nonostante ciò Jeanne Barseghian, 39 anni, bretone da sua madre e armena da suo padre, è riuscita a vincere le elezioni. Questo mentre il candidato LREM aveva trovato un accordo con il candidato LR, Jean-Philippe Vetter.
BORDEAUX: Gli ecologisti prendono il posto di Juppé
Dopo 73 anni, l’ecologista (con l’appoggio socialista) Pierre Hurmic ha conquistato l’importante roccaforte della destra francese con il 46,48% dei voti, il candidato della destra Nicolas Florian si è fermato al 44,12%. La delusione dello storico sindaco uscente della città, Alain Juppé è davvero palpabile: “Sono molto triste. Non ho nulla da dire (…). Cosa volete, è la democrazia. C’è un’onda verde ovunque in Francia”, dichiara commosso, lasciando il municipio di Bordeaux alle 21:40.
Il nuovo sindaco ha dichiarato: “Io non sono un uomo di partito o dell’apparato. Sarò un sindaco a tempo pieno. La gente di Bordeaux se lo merita, non vi deluderò.” La delusione della destra è doppia, poiché nei sondaggi Florian era dato primo al 49% con 9 punti di vantaggio.
LIONE: La caporetto per Collomb
È uno dei principali colpi di scena di questo secondo turno delle elezioni municipali. A Lione, l’ecologista Grégory Doucet (sostenuto anche dalla sinistra) ha superato di gran lunga il candidato sostenuto da Gérard Collomb, Yann Cucherat, raccogliendo il 52% dei voti contro il 29%. L’ex ministro degli interni di Emmanuel Macron aveva lasciato il governo per riuscire a preservare la capitale della Gaules, che aveva amministrato per quasi vent’anni.
Pochi minuti dopo la sua vittoria, il nuovo sindaco di Lione ha voluto rassicurare “agli attori del tessuto economico, la cui preoccupazione è grande dopo i suoi mesi infelici che li hanno piegati, diciamo loro che l’ecologia non è il nemico dell’economia, è la sua migliore alleata”.
MARSIGLIA: Una vittoria a metà per Rubirola
Solo all’una meno venti del mattino la situazione a Marsiglia è iniziata ad essere più chiara. Proprio a quell’ora Michèle Rubirola, la candidata della Printemps marseillais (coalizione di sinistra), comparire davanti ai giornalisti nella sua sala elettorale, per la sua dichiarazione dopo la sua vittoria durante il secondo turno delle elezioni municipali a Marsiglia. Nonostante la sua grande vittoria in termini di voti, Michèle Rubirola è prima con il 38,28% dei voti espressi (contro il 30,75% di Martine Vassal, la candidata Les Républicains) ma non ha ottenuto la maggioranza assoluta nel consiglio comunale.
La candidata repubblicana ha espresso tutte le sue perplessità: “Stasera non ho perso, stasera non c’è maggioranza a Marsiglia. C’è un punto morto che temevo. Come governeremo Marsiglia?“. Sabato prossimo sarà il consiglio municipale ad essere il vero banco di prova per vedere se ci sono possibilità per una maggioranza, ruolo fondamentale svolgeranno i candidati minori. Michèle Rubirola avrà 42 consiglieri comunali, rispetto ai 39 di Martine Vassal, mentre la maggioranza assoluta ne richiede 51.
NIZZA: La grande riconferma per Estrosi
Nella perla della Costa Azzurra non c’è stata storia: il sindaco del Les Républicains, Christian Estrosi è stato rieletto per la terza volta. “Alla fine di questo secondo turno, spetta a me proclamare i risultati quasi finali (…). La lista che ho avuto l’onore di guidare è arriva in testa”, ha annunciato sul piazzale del municipio. Ed i risultati finali confermano la sua vittoria con il 59,3% dei voti – il 21,39% per il candidato di RN Philippe Vardon e il 19,3% per la lista ecologica Jean-Marc Governatori.
Tra i due turni, i due avversari dell’ex ministro di Nicolas Sarkozy avevano denunciato l’esposizione mediatica di Christian Estrosi a causa del coronavirus. “Quando è in diretta nelle 20 ore di TF1, è il sindaco o il candidato che parla? “, si era così chiesto su France Info l’ecologo Jean-Marc Governatori.
BASTIA: I nazionalisti corsi restano alla guida dalla città
A differenza di Ajaccio, dove al primo turno ha vinto il candidato di destra, Bastia si conferma nazionalista corsa con il successo del sindaco uscente Pierre Savelli. Il candidato nazionalista è riuscito nella riconferma ottenendo il 49,4% dei voti, è stato forte il supporto del presidente del Consiglio esecutivo della Corsica Gilles Simeoni, tra l’altro ex sindaco della città. La vittoria di “Femu a Corsica” con la lista “Bastia Piu Forte Inseme” (in cui hanno confluito tutte le anime nazionaliste e autonomiste corse) è stata agevolata anche delle divisioni dei candidati della sinistra: Jean-Sébastien de Casalta di “Unione per Bastia” (39,73%) e Julien Morganti di “Un futur pour Bastia” (10,89%).