Quante forme di Governo esistono al giorno d’oggi?
Nella visione classica, per forme di Governo si intendono i diversi modi di funzione dell’indirizzo politico di maggioranza e di come essa venga esercitata tra i diversi organi costituzionali. Nella versione moderna indicano il sistema di distribuzione e di relazione fra il potere legislativo e il potere esecutivo.
Una pentaripartizione delle forme di governo esistenti vede le forme:
1- Presidenziale
2- Semipresidenziale
3- Parlamentare
4- Direttoriale
5- Semiparlamentare
1- FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE
Nei sistemi presidenziali possiamo annoverare come forma di governo la Repubblica presidenziale, nella quale il capo dell’esecutivo e il Parlamento sono direttamente eletti dai cittadini in due elezioni completamente indipendenti l’una dall’altra.
Il potere legislativo è esclusivamente nelle mani del Parlamento mentre il potere esecutivo spetta al Presidente.
In questo sistema, il Capo dello Stato (contemporaneamente Capo del Governo) e il Parlamento sono due istituzioni separate senza rapporti fiduciari in quanto:
- il Presidente della Repubblica non può sciogliere il Parlamento
- il Parlamento non può sfiduciare e sostituire il Presidente della Repubblica, ad eccezione dello stato di accusa (impeachment)
- se il Parlamento vara leggi che il Presidente non approva, quest’ultimo può porre il suo veto
Ci sono due maggiori problemi che gli studiosi di questa forma di governo hanno riscontrato:
- la possibilità di avere una “Presidenza Imperiale“
- la possibilità di un “Governo Diviso“
Nel primo caso il capo dell’esecutivo ha una solida maggioranza del proprio partito nel Parlamento grazie alla quale potrebbe governare senza ostacoli, dominando l’opposizione e mettendo a rischio il carattere democratico del sistema.
Nel secondo caso il Presidente non ha una maggioranza in Parlamento che provoca una carenza di potere in quanto ogni azione verrebbe ostacolata in Parlamento dai componenti dello schieramento avverso al presidente.
Esempi noti di Repubblica presidenziale sono gli Stati Uniti d’America, il Brasile, il Venezuela e la Turchia.
2- FORMA DI GOVERNO SEMIPRESIDENZIALE
Anche nelle Repubbliche Semipresidenziali il Presidente della Repubblica e il Parlamento sono eletti direttamente dai cittadini in 2 elezioni separate.
A differenza dei sistemi presidenziali, il potere esecutivo è esercitato sia dal Presidente della Repubblica ( Capo di Stato) che dal Primo Ministro (Capo del Governo), il quale è espressione della volontà parlamentare. La ripartizione delle competenze fra le 2 cariche varia da Paese a Paese.
Alcune specificità di questo sistema sono:
- il Capo di Stato non può essere rimosso dal Parlamento salvo che con lo stato di accusa
- il Primo Ministro è nominato dal Capo di Stato ma deve almeno non essere sfiduciato dal Parlamento
- il Presidente della Repubblica può revocare l’incarico e sostituire il Primo Ministro
- il Capo del Governo ha una doppia responsabilità verso il Capo di Stato e verso il Parlamento
- il Primo Ministro può chiedere al Presidente della Repubblica di sciogliere il Parlamento anche se la decisione finale spetta al Capo di Stato.
Uno dei problemi rilevati in questo sistema è la “coabitazione”, ossia quando le elezioni presidenziali e parlamentari producono maggioranze di partiti opposti, con il conseguente fatto che il Primo Ministro e il Presidente della Repubblica avranno colori politici diversi.
Un fenomeno simile a quanto descritto con il “governo diviso” per il sistema presidenziale, ma rispetto a quest’ultimo la coabitazione ha più margine di flessibilità: in primo luogo, perché il Primo Ministro ha il sostegno parlamentare, potendo quindi governare e in secondo luogo perché, in vista di future elezioni, il Capo di Stato si riserva di paralizzare le azioni del Governo.
Esempi noti di Repubblica Semipresidenziale sono la Francia, la Russia, il Portogallo e la Polonia.
3- FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE
Considerata come la più comune e classica forma di governo in Europa, il sistema parlamentare si può dividere in Monarchia parlamentare e Repubblica parlamentare. A differenza dei due sistemi citati in precedenza, il Capo di Stato, che sia il Re o il Presidente della Repubblica, non detiene il potere esecutivo, il quale è in mano al Governo. Il potere legislativo è nelle mani del Parlamento.
Caratteristiche della forma parlamentare sono:
- elezione indiretta del Capo del Governo
- separazione tra funzioni del Capo di Stato e Capo del Governo
- il Governo deve godere della fiducia del Parlamento
- il Parlamento può essere sciolto anticipatamente
La forma di Governo parlamentare è riconosciuta come la forma più rappresentativa e flessibile, tuttavia è maggiormente esposta all’instabilità governativa, soprattutto in sistemi politici frammentati con molti partiti.
Esempi di Repubblica parlamentare sono l’Italia, l’Ungheria e l’India mentre esempi di Monarchia parlamentare sono il Regno Unito, la Spagna, il Belgio e i Paesi Bassi.
LA FORMA DI GOVERNO IN ITALIA
L’Italia è una Repubblica parlamentare dal 1946. Il sistema di ripartizione dei poteri è sancito dalla Costituzione.
Il potere legislativo è nelle mani del Parlamento che si suddivide in Camera dei Deputati e Senato della Repubblica e viene eletto dai cittadini ogni 5 anni. Inoltre, il Parlamento in seduta comune (integrato dai delegati regionali) detiene il potere di eleggere il Presidente della Repubblica e di concedere o revocare la fiducia al Governo, senza la quale quest’ultimo, rispettivamente, non entrerebbe nel pieno esercizio delle sue funzioni o cadrebbe.
Il potere esecutivo è affidato al Governo, il quale è composto dal Presidente del Consiglio e dai vari ministri che, collegialmente, compongono il Consiglio dei Ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio e, su proposta di quest’ultimo, i Ministri. Dopo il giuramento, il Governo si reca in Parlamento per ottenere la fiducia.
4- FORMA DI GOVERNO DIRETTORIALE
La forma di governo direttoriale o collegiale è una delle soluzioni istituzionali utilizzate in quei paesi in cui la società presenta numerose divisioni etniche, linguistiche e religiose. Attualmente questo sistema è presente solo nella Confederazione Elvetica.
Questa forma di governo prevede che:
- il Parlamento sia eletto con suffragio universale diretto
- l’esecutivo sia formato da un organo collegiale in rappresentanza delle varie entità territoriali
- l’esecutivo venga eletto dal Parlamento
- il Parlamento non possa sfiduciare l’esecutivo
- l’esecutivo non possa sciogliere il Parlamento
La Confederazione Elvetica prevede, inoltre, che il capo dell’esecutivo venga nominato dal Parlamento annualmente e a rotazione tra i sette componenti dell’esecutivo collegiale.
5- FORMA DI GOVERNO NEOPARLAMENTARE
La forma di governo neoparlamentare è stata teorizzata negli anni ’50 dal politologo francese Maurice Duverger. Essa prevede un rapporto fiduciario fra Parlamento e Governo basato sul principio simul stabunt simul cadent, secondo cui una crisi di governo comporta automaticamente anche lo scioglimento dell’organo legislativo.
Le caratteristiche di questo sistema sono:
- Il Parlamento e il Primo Ministro sono eletti, simultaneamente, direttamente dal popolo
- I mandati di Parlamento e Governo coincidono
- Se il Primo Ministro si dimette o viene sfiduciato dal Parlamento, quest’ultimo decade e si va a nuove elezioni
L’unico Stato ad aver introdotto questa forma di governo è stato Israele dal 1996 al 2001 per cercare di compensare un sistema elettorale che non consentiva maggioranze in Parlamento. Ma il risultato è stato fallimentare in quanto il sistema si è ancor di più irrigidito senza ottenere una stabilità governativa.
Attualmente questo sistema è presente a livello regionale (introdotto nel 1999) e comunale (1993) in Italia, dove il mandato del Presidente della Regione e quello del Sindaco, entrambi eletti direttamente dal popolo, è strettamente legato a quello del Consiglio regionale e comunale. Le uniche 2 regioni che non adottano questo tipo di forma sono Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta.