La Calabria sconvolta si prepara al ritorno al voto

Pubblicato il 18 Ottobre 2020 alle 23:48 Autore: Domenico Vigliaturo
L'eterno ritorno del Lingotto

La scomparsa della Presidente Santelli

15 ottobre, è mattina presto quando la notizia impazza sui social: la Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, eletta da soli otto mesi, sarebbe deceduta nella notte. Il tam-tam corre rapido: la conferma arriva da Montecitorio: qui prende la parola, visibilmente provato, il Presidente della Camera Roberto Fico, il quale da notizia della prematura scomparsa della Presidente Santelli.

Subito dopo a Palazzo Madama è Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato, ad esprimere “la più sentita vicinanza alla famiglia e a tutta la comunità calabrese, che perde una grande guida e un solido punto di riferimento”. Al Senato intervengono esponenti di tutti i partiti politici, il ricordo di Jole Santelli unisce l’aula in lunghi e commossi applausi. Per Forza Italia, partito della Santelli, interviene Anna Maria Bernini, in lacrime. Ma in una lettera è il Presidente Berlusconi a ricordare “l’amica sincera, la donna appassionata, la combattente tenace”.  

Jole Santelli avrebbe compiuto cinquantadue anni il prossimo dicembre. Pur combattendo frontalmente una battaglia contro un tumore da ormai diversi anni aveva deciso comunque di candidarsi alla guida della Regione Calabria. E lo scorso 26 gennaio, con oltre il 50% dei consensi, era risultata eletta. La prima donna a presiedere una regione nell’Italia meridionale.

Nipote del socialista Giacomo Mancini, Jole Santelli, giurista, entra in Forza Italia sin dalla sua fondazione: eletta ben cinque volte alla Camera, Sottosegretario del Ministero della Giustizia nei Governi Berlusconi II e III, è nuovamente Sottosegretario, questa volta del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nel Governo di Enrico Letta.

L’ultimo omaggio

A rendere l’ultimo omaggio a Jole Santelli, nella sua Cosenza, il Presidente del Consiglio Conte, la Presidente del Senato Casellati, il Ministro dell’Interno Lamorgese, a Catanzaro in rappresentanza della Conferenza delle Regioni il Presidente della Puglia Emiliano e tanti, tantissimi, esponenti di primo piano della politica nazionale.

E a sugellare il ricordo della Presidente Santelli il cordoglio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Jole Santelli, prima donna a ricoprire il ruolo di presidente della Regione Calabria, si è distinta per la tenacia del suo temperamento e per la combattività che sapeva esprimere nell’azione politica e di governo. Ha affrontato con coraggio la malattia, con la quale era costretta a convivere. Non si è arresa, ha voluto fortemente portare il proprio contributo alla vita sociale e anche per questo ha meritato stima e apprezzamento”.

I precedenti

Non è la prima volta che la Calabria vede interrompersi, prematuramente e per circostanze amare, una consiliatura. Il primo presidente della Regione, Antonio Guarasci, democristiano, al quarto anno di mandato (nel 1974) perse la vita in un incidente autostradale. Giuseppe Scopelliti si dimise (nel 2014) dopo la condanna del Tribunale di Reggio Calabria a sei anni di reclusione per falso e abuso d’ufficio in relazione alla gestione del Comune di Reggio Calabria, di cui era stato Sindaco.

Il periodo transitorio

Come allora, a far le funzioni di Presidente e a traghettare la Regione alle elezioni sarà il Vicepresidente. Nino Spirlì, leghista, “omosessuale a tempo perso e cattolico protestante”, scrittore e autore di Forum per Rete4, proprio qualche giorno fa finito nell’occhio del ciclone per dichiarazioni controverse del calibro di “dirò negro e frocio fino alla fine dei miei giorni, che fanno? Mi tagliano la lingua?” condurrà la Regione alle prossime elezioni gestendo l’emergenza pandemica che sta nuovamente interessando l’Italia in queste ultime settimane.

È l’art. 126 della Costituzione, al terzo comma, a dettare ora la linea: la morte del Presidente della Giunta eletto a suffragio universale e diretto comporta le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio. In caso di morte del Presidente della Regione, quindi, in virtù del principio simul stabunt aut simul cadent (= insieme staranno o insieme cadranno), vengono meno anche la Giunta e il Consiglio regionale, eccezion fatta per l’ordinaria amministrazione. Sarà il Presidente del Consiglio a dover convocare, entro 10 giorni dall’acquisizione della notizia della morte della Presidente, il Consiglio Regionale per congedare – definitivamente – i consiglieri.

Dovrebbe poi avviarsi la macchina elettorale e le elezioni dovrebbero svolgersi entro due mesi, il che porterebbe a elezioni sotto le festività natalizie. L’emergenza pandemica potrebbe far slittare l’appuntamento elettorale di qualche mese. Appare molto probabile l’accorpamento delle elezioni regionali alle amministrative che si terranno nella prossima primavera, quando al voto si recheranno le più importanti città del Paese: Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna…

Il nodo legge elettorale

Altro nodo che questa consiliatura non ha potuto sciogliere è quello relativo alla legge elettorale. Quando si apriranno le duemilaquattrocentoventi sezioni calabresi si tornerà al voto con la stessa legge elettorale? Probabilmente no.

L’attuale legge elettorale calabrese non prevede l’adeguamento alla l.20/16 — Rappresentanza donne e uomini nei consigli regionali, non prevede cioè la doppia preferenza uomo/donna. La preferenza unica, soggetta già a molte critiche al tempo delle passate elezioni regionali e per la quale venne attenzionato anche il TAR, potrebbe ora essere definitamente archiviata da un decreto legge.

Così come accadde in Puglia, Regione che si recò alle urne lo scorso 20-21 Settembre, il Governo potrebbe sostituirsi al Consiglio Regionale introducendo, d’imperio, la doppia preferenza. La Calabria potrebbe dunque tornare alle urne rapidamente e con una legge elettorale aggiornata.

In virtù della legge elettorale attualmente in vigore lo scorso 26 gennaio, quando si tennero le elezioni regionali che videro il trionfo di Jole Santelli, risultarono elette in Consiglio Regionale solo due donne. Ma già la stragrande maggioranza delle liste in campo vedevano una preponderanza maschile imponente: trentuno (31) liste delle trentotto (38) presentavano una (1) o due (2) candidature femminili contro sette-otto (7-8) candidature maschili.

I possibili candidati

Aggiornata la legge elettorale si aprirebbe quindi la corsa all’anonima Cittadella Regionale, da proposta della Giunta regionale potrebbe essere intitolata già nei prossimi giorni alla memoria della Presidente Santelli.

Alle scorse elezioni regionali, quelle del 26 gennaio 2020, i candidati alla carica di Presidente di Regione erano quattro: Jole Santelli per il centro-destra unito, Pippo Callipo per il centro-sinistra (ottenne il 30% dei consensi, poi si dimise anche da Consigliere regionale), per il M5S Francesco Aiello e sostenuto da liste civiche Carlo Tansi, entrambi rimasti fuori dal Consiglio.

Ora le carte potrebbero rimescolarsi, in tutti gli schieramenti.

Per il centro-destra

È molto probabile che tocchi nuovamente a Forza Italia, partito fortemente radicato in Calabria, una delle ultime roccaforti azzurre, indicare il candidato alla presidenza. Specie dopo gli insuccessi ottenuti dalla Lega all’ultima tornata amministrativa.

Forza Italia potrebbe puntare nuovamente su Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza in scadenza di mandato, di cui Jole Santelli è stata per molti anni vice-sindaco e braccio destro. Mario Occhiuto, tra i papabili già a gennaio, vide bocciare la sua candidatura per alcuni carichi giudiziari pendenti sul suo capo. Ma ora la Lega ha un potere contrattuale meno forte e la strada di Occhiuto potrebbe apparire più spianata. Tra i big del partito in Calabria anche il fratello di Mario, Roberto, vice presidente vicario dei deputati di Forza Italia, e Gianluca Gallo, il più votato nella coalizione di centro-destra alle scorse elezioni regionali, poi nominato da Santelli Assessore all’Agricoltura. Per Forza Italia poi, tra i possibili corridori, potrebbe esserci Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro.

In foto Mario Occhiuto, tra i papabili per la guida della Regione.

Per il centro-sinistra e il M5S

Nel centro-sinistra le ferite sono ancora molte: la sconfitta alle scorse elezioni regionali non aveva ancora fatto aprire una franca discussione interna al Partito Democratico, tutt’ora commissariato. Il PD potrebbe puntare sul trentasettenne sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, confermato con il 60% delle preferenze meno di un mese fa. Sempre da Reggio potrebbe spuntare il nome di Nicola Irto, il più votato in assoluto alle scorse elezioni regionali.

Al centro-sinistra potrebbe poi prospettarsi un’altra strada: un’alleanza con il M5S per la guida della Regione. Per il vero in Calabria la compagine parlamentare pentastellata non vede troppo di buon’occhio l’alleanza con i dem ma da Roma le divergenze potrebbero essere in qualche modo appianate. Potrebbe replicarsi quanto cioè accaduto in Liguria e in Umbria dove, tuttavia, l’alleanza giallo-rossa non ha ottenuto nelle urne i risultati sperati.

La Calabria, quindi, si prepara al secondo voto nell’arco di un anno. Una terra difficile, alle prese con calamità naturali e artificiali delle più varie che, per quanto spesso raccontata in bianco e nero, è invece un tripudio di colori”, come amava dire frequentemente la Presidente Santelli. Bisognerà darsi da fare per rimuovere la fuliggine incrostata che ha coperto, purtroppo, le tinte più accese e colorate della punta dello Stivale, della Calabria.