Tempi duri per le elezioni in epoca COVID.
Il momento per eccellenza della democrazia, tra rinvii, basse affluenze e incertezze, affronta una delle sue più grandi crisi e la provincia canadese della British Columbia non ne è esente.
Arrivati al giorno dell’apertura dei seggi, il numero di richiedenti il voto per posta è pari al 38% degli elettori dell’ultima tornata (2017). Ciò renderà altamente improbabile la definitiva assegnazione della vittoria in alcuni collegi in bilico, rendendosi necessaria una snervante attesa almeno fino al 16 Novembre, termine ultimo per lo scrutinio del voto da remoto.
Il contesto
Le ultime elezioni del 2017, dopo un fallito tentativo da parte del British Columbia Liberal Party (conservatori – neoliberali) di proseguire con l’esperienza di governo con un esecutivo di minoranza, hanno visto la salita in solitaria alla guida della provincia del British Columbia New Democratic Party (socialdemocratici), appoggiati esternamente dai Verdi, i quali hanno rifiutato un sostegno ai Liberal dopo aver accusato l’ex Primo Ministro Clark di aver smantellato il programma di sostenibilità ambientale locale.
I temi in campagna elettorale
Con quasi lo 0,3% della popolazione ammalata di COVID-19, il focus dei partiti nelle ultime settimane non poteva che avere come protagonista il virus pandemico.
Secondo un sondaggio di Leger360, le tre priorità secondo i cittadini sono le seguenti:
- Un piano credibile di investimenti in sanità, educazione e cura dell’infanzia a favore delle famiglie (91% degli intervistati lo ritiene molto importante)
- Una ripresa dell’economia (89% lo ritiene molto importante)
- Una stabile esperienza di governo (66% lo ritiene molto importante)
Le promesse liberali hanno avuto ad oggetto una abolizione annuale una-tantum delle tasse provinciali e la successiva rimodulazione dal 7% al 3%. Un pacchetto economico da 30,9 miliardi di dollari sarebbe varato nei prossimi 3 anni per costruire strade, ospedali, cliniche e centri di salute mentali, ospizi e case popolari.
I socialdemocratici si sono invece soffermati su un piano da 400 milioni di dollari in infrastrutture e 300 milioni di contributo a fondo perduto per 15.000 PMI in difficoltà. Proposto inoltre un assegno mensile di sostegno ai redditi più bassi e piani di formazione lavorativa,
I Verdi mirano a un congedo parentale sussidiato pubblicamente con 350 dollari al mese nei primi 3 anni di vita ed educazione gratuita dai 3 ai 4 anni. Promettono infine di porre fine ai fondi pubblici alle compagnie petrolifere e sussidi da 300 milioni di dollari per 6 mesi a favore delle piccole imprese.
Tutti e 3 i partiti concordano sul riconoscere il cambiamento climatico come una minaccia e sulla necessità di ridurre le emissioni di gas serra e terminare la dipendenza da fonti combustibili fossili (ND entro il 2050, Verdi entro il 2045, Liberali non specificando termine).
Quali sono i principali partiti in gara
- BC New Democratic Party: socialdemocratici, guidati dal Primo Ministro uscente John Hogan
- BC Liberal Party: conservatori – neoliberali, guidati da Andrew Wilkinson
- Green Party of British Columbia: ambientalisti, guidati da Sonia Furstenau
Quali sono i partiti minori in gara
- Maverick Party: secessionisti, conservatori
- B.C. Vision: mondialisti
- Rural BC Party: regionalisti
- BC Libertarian Party: libertari
- Conservative Party: conservatori, populisti di destra
- Communist Party: marxisti-leninisti
- Christian Heritage Party: cristiani social-conservatori
Qual è il sistema elettorale
La provincia è divisa in 87 collegi uninominali. Solo il NDP e il LP si presenteranno in tutte le corse. Dopo un referendum del 2018 che ha rigettato con il 61,3% l’adozione di un sistema proporzionale, continuerà ad essere adoperato un sistema maggioritario di tipo plurality (c.d. first-past-the-post): vince il seggio del collegio il candidato che ottiene un solo voto più degli altri.
Cosa dicono gli ultimi sondaggi
Con le rilevazioni che premiano nelle intenzioni di voto il NDP, prospettando un aumento dei consensi rispetto al 2017, è probabile la possibilità per i socialdemocratici di ottenere una maggioranza assoluta in Parlamento che gli consenta di governare senza necessità di un appoggio esterno.