Unione Europea, il Parlamento Europeo adotta la nuova PAC

Pubblicato il 30 Ottobre 2020 alle 11:17 Autore: Maria Teresa Lacatena

Venerdì 23 ottobre 2020, gli europarlamentari si sono riuniti in seduta plenaria per adottare la riforma della Politica Agricola Comune (PAC)

Con 425 voti favorevoli, 212 voti contrari e 51 astensioni, il Parlamento Europeo adotta la riforma della PAC.

Questa politica è stata istituita nel 1962 e l’ultima riforma effettuata risale al 2013.

La posizione approvata è frutto dell’alleanza tra i tre principali gruppi di maggioranza: PPE, S&D e Renew Europe. Essi ritengono che la nuova PAC sia pensata per essere allineata al Green Deal e all’Accordo di Parigi sul clima

Al contrario, i Verdi ritengono che i tre gruppi non abbiano posto abbastanza attenzione al ruolo dell’agricoltura sui cambiamenti climatici e ambientali. 

Ad oggi, La PAC rappresenta il 34,5% del bilancio UE 2020. Circa il 70% del suo bilancio sostiene il reddito di 6/7 milioni aziende agricole nell’UE.

L’obiettivo della nuova PAC è rendere quest’ultima più flessibile, sostenibile, a prova di crisi e che possa coincidere meglio con i bisogni dei vari stati membri.

Nello specifico, vengono individuati quattro nuovi piani di azione. 

A sostegno di chi rispetta il clima è l’ambiente 

Innanzitutto, al fine di ottenere il sostegno diretto, il Parlamento ha stabilito il rafforzamento delle pratiche in favore del clima e dell’ambiente obbligatorie da parte dei singoli agricoltori. 

È stato inoltre stabilito che il 35% del bilancio per lo sviluppo rurale debba essere destinati a misure riguardanti il clima e l’ambiente.

Oltre a ciò, si chiede agli Stati membri di incoraggiare gli agricoltori a destinare almeno il 10% dei propri terreni a interventi paesaggistici a sostegno della biodiversità, quali siepi, alberi non produttivi e stagni.

Meno contributi per le grandi aziende e sostegno alle PMI

Inoltre, dopo aver ridotto i pagamenti diretti annuali agli agricoltori al di sopra dei 60.000 euro, è stato fissato il massimale di aiuti diretti agli agricoltori a 100.000 euro. Di pari passo, è stato anche stabilito che almeno il 6% dei pagamenti diretti nazionali debba andare a sostegno delle piccole e medie imprese. 

Infine, almeno il 4% dei pagamenti diretti deve essere indirizzato ai giovani agricoltori.

In ogni caso, il PE sottolinea che “i finanziamenti dell’UE dovrebbero essere riservati a chi svolge almeno un livello minimo di attività agricola”.

Sostegno nei momenti di crisi 

In seguito, Il Parlamento ha richiesto ulteriori misure per aiutare gli agricoltori a gestire rischi e possibili crisi future. Spera in una maggiore trasparenza del mercato e l’esenzione dalle norme sulla concorrenza per quelle pratiche che adottano standard ambientali o sulla salute o sul benessere degli animali più elevati.

Sanzioni sempre più rigide  

Infine, l’Europarlamento si è dichiarato a favore di sanzioni più severe nei confronti di chi non rispetta i requisiti europei in materia ambientale, benessere degli animali. La sanzione è pari ad almeno il 10% dell’importo totale dei pagamenti. 

I prossimi passi?

Iniziano ora i “triloghi”, ovvero i negoziati interistituzionali tra Parlamento, Commissione e Consiglio. Per fare in modo che durante le trattative gli agricoltori possano comunque usufruire dei fondi, la PAC entrerà in fase transitoria dal 1 gennaio 2021 per due anni