USA2020, le elezioni presidenziali e i candidati minori

Pubblicato il 2 Novembre 2020 alle 13:52 Autore: Lorenzo Amarotto
la settimana politica

Non sarà il 1992, quando l’imprenditore indipendente Ross Perot riuscì a catturare il 18,9% del voto popolare, ma anche quest’anno i cittadini statunitensi hanno la possibilità di votare candidati presidenziali non espressi dai due partiti egemoni.

Gli indipendenti e gli esponenti di partiti minori sono tantissimi. Solo alcuni appariranno sulla scheda elettorale. Altri saranno votabili tramite l’opzione write-in. Altri ancora potranno essere votati solo in alcuni Stati. Per questo motivo concentreremo la nostra attenzione sui candidati più in vista, che possono ragionevolmente ambire a conquistare una pur minoritaria frazione dell’elettorato.

 

Il Libertarian Party

Fondato nel 1971 in opposizione all’Amministrazione Nixon, alla Guerra in Vietnam, alla coscrizione obbligatoria e alla sospensione della convertibilità del dollaro in oro – il Libertarian Party promuove le libertà civili, il non-interventismo, il laissez-faire in economia e lo Stato minimo.

In campo economico, dunque, le posizioni dei Libertari sono simili a quelle dei Repubblicani, benché caratterizzate da un più accentuato conservatorismo fiscale. I Libertari, infatti, sono fermi sostenitori dell’abbassamento delle imposte, dell’abolizione dell’Internal Revenue Service (il corrispettivo della nostra Agenzia delle Entrate), della diminuzione del debito pubblico e dell’eliminazione dello Stato sociale a favore di un maggior protagonismo della carità privata.

Al tempo stesso, però, il forte liberalismo sociale e culturale li distingue nettamente dall’odierno Partito repubblicano, dal momento che i Libertari sono favorevoli alla legalizzazione delle droghe leggere, a una riforma della giustizia penale, ai matrimoni fra persone dello stesso sesso e all’abolizione della pena di morte.

Il ticket presidenziale libertario, composto da Jo Jorgensen e Spike Cohen

Candidata alla Presidenza è la psicologa del South Carolina Jo Jorgensen (63 anni), che ha scelto come suo vice l’attivista Spike Cohen (38 anni). La Jorgensen si batte contro un sistema sanitario universalistico, preferendo a esso un maggiore coinvolgimento del settore privato. Si dichiara inoltre favorevole alla neutralità militare e al rimpatrio delle truppe di stanza all’estero, indicando le sanzioni economiche e gli aiuti internazionali quali strumenti privilegiati di politica estera.

Secondo la media dei sondaggi calcolata da RealClearPolitics, Jo Jorgensen si posiziona terza nella corsa alla Casa Bianca, catturando l’1,6% del voto popolare (nel 2016, il candidato libertario Gary Johnson raccolse il 3,27% dei voti). Ciò le ha permesso di portare il ticket libertario sulle schede elettorali di tutti gli Stati dell’Unione, ma non è stato sufficiente per accedere ai dibattiti presidenziali.

 

Il Green Party

Il Partito Verde degli Stati Uniti nasce come federazione di molteplici partiti ambientalisti a livello statale. Si fonda su “quattro pilastri”saggezza ecologicagiustizia socialedemocrazia dal bassonon-violenza. I Verdi sostengono l’implementazione di un sistema sanitario universalistico, si battono per università pubbliche gratuite e per la cancellazione dei debiti studenteschi. Hanno inoltre elaborato un Green New Deal che prevede la transizione completa alle energie rinnovabili entro il 2030.

Quest’anno il candidato verde alla Presidenza è il sindacalista di New York Howie Hawkins (68 anni), che ha scelto come sua vice l’attivista Angela Walker (46 anni). Hawkins si è sempre distinto per la sua partecipazione a movimenti anti-militaristi e contro il nucleare, ed è stato in passato il candidato della piattaforma verde per diverse cariche, fra cui quella di Governatore di New York. In materia di politiche del lavoro, sostiene l’introduzione di un salario minimo di 20 dollari l’ora.

Il ticket presidenziale verde, composto da Howie Hawkins e Angela Walker

Con lo 0,4%, Hawkins si posiziona quarto nella media di RealClearPolitics (il culmine fu raggiunto nel 2000 da Ralph Nader, che raccolse il 2,7% del voto popolare). Il ticket verde sarà presente sulle schede elettorali di quasi tutti gli Stati, ad eccezione di Alabama, Alaska, Arizona, Georgia, Idaho, Indiana, Kansas, Kentucky, Montana, Nebraska, New Hampshire, North Dakota, Pennsylvania, Rhode Island, Virginia, Wisconsin e Wyoming (nei quali sarà comunque votabile col metodo write-in). Non sarà invece possibile votare i Verdi in Louisiana, Nevada, Oklahoma e South Dakota.

 

Il Constitution Party

Formatosi nel 1990 e inizialmente denominato Taxpayers’ Party, il Constitution Party si colloca in area conservatrice e si basa su un’interpretazione originalista della Costituzione. In materia ambientale, la piattaforma politica del partito asserisce che “è nostra responsabilità essere custodi prudenti, produttivi ed efficienti delle risorse naturali di Dio, ma rifiuta il consenso scientifico sui cambiamenti climatici. In campo economico, il partito sostiene il ritorno al Gold Standard, affermando che “la Costituzione impedisce agli Stati di accettare o utilizzare moneta che non sia agganciata all’oro o all’argento”. Il partito si oppone inoltre all’eutanasia e all’aborto, anche in caso di stupro o incesto.

Il 2020 è stato un anno particolarmente travagliato per il Constitution Party, dacché ha visto la scissione delle sezioni di Virginia, Idaho, South Dakota e Alaska, e lo scioglimento della sezione del Montana.

Una spilletta a sostegno del ticket presidenziale del Constitution Party

Repubblicano fino al 2018, Don Blankenship, candidato presidenziale del Constitution Party proveniente dal West Virginia, è un controverso uomo d’affari del settore carbonifero. E’ stato infatti coinvolto in numerosi conteziosi legali e, a seguito di una violenta esplosione in una miniera, ha scontato un anno di galera per aver violato gli standard di sicurezza federali. A correre insieme a lui William Mohr, un veterano del partito.

Non sarà possibile votare per il Constitution Party in Arizona, California, Connecticut, Delaware, Indiana, Kentucky, Maine, Maryland, Massachusetts, Montana, Nevada, New Mexico, North Dakota, Ohio, Oklahoma, South Carolina, South Dakota, Texas e Virginia. In linea eminentemente teorica, dunque, il Constitution Party potrebbe raccogliere al massimo 305 voti elettorali.

 

Altri candidati

Per il partito Socialismo e Liberazione – raggruppamento comunista di stampo leninista e dalle ambizioni rivoluzionarie – il ticket presidenziale è composto da Gloria La Riva e Sunil Freeman. Peculiarità di Socialismo e Liberazione è lo spiccato sostegno alla Cuba castrista. E’ votabile, secondo le diverse modalità, in molti Stati (per un totale teorico di 401 Grandi Elettori). Più in basso, Alliance – partito di centro – candida quest’anno l’uomo d’affari Rocky De la Fuente insieme allo storico Darcy Richardson. Il partito può raggiungere un massimo teorico di 292 Grandi Elettori.

Fra i candidati indipendenti annoveriamo Brock Pierce, imprenditore nel ramo delle criptovalute che vuole un’“America 2.0” che faccia delle nuove tecnologie il fulcro dei propri interessi, e il noto ed istrionico rapper Kanye West, in passato molto vicino al Presidente Trump. La sua piattaforma politica è incentrata su “cultura della vita” (opposizione all’aborto), economia sostenibile, lotta contro la “brutalità della polizia” e la pena capitale, legalizzazione della cannabis e diminuzione delle spese militari.

Kanye West inaugura la sua campagna elettorale a North Charleston, South Carolina

Scendendo nella scala di accessibilità ai Grandi Elettori, troviamo, per l’American Solidarity PartyBrian Carroll e Amar Patel. American Solidarity è un partito cristiano-democratico, le cui posizioni politiche ricalcano per molti aspetti quelle della CDU tedesca. Il candidato presidenziale Carroll si ispira al distributismo teorizzato dallo scrittore cattolico Gilbert Keith Chesterton in opposizione al capitalismo. Vi sono poi il Partito Socialista dei Lavoratori – formazione trozkista che candida Alyson Kennedy e Malcolm Jarrett – e Unity, partito centrista il cui ticket presidenziale è composto da Bill Hammons ed Eric Bodenstab.

Infine, meritano una menzione il Prohibition Party – fondato nel lontano 1869 e famoso per la sua storica opposizione alla vendita e al consumo di bevande alcoliche, i cui candidati sono quest’anno Phil Collins e Billy Joe Parker – e l’Oregon Progressive Party, che nel 2008 candidò l’icona dell’attivismo progressista Ralph Nader e che oggi esprime Dario Hunter e Dawn N. Adams.

 

Come funziona il write-in

I nomi di molti di questi candidati non saranno presenti sulla scheda elettorale, ma in vari casi sono votabili con l’opzione write-in, la quale consente al cittadino che si reca ai seggi (o che vota per posta) di scrivere manualmente sulla scheda il nome del suo candidato preferito. Se in alcuni Stati questa modalità di voto è esercitabile liberamente, altri richiedono un’apposita registrazione da parte del candidato e/o partito. Altri Stati ancora (fra cui, per citarne alcuni, Arkansas, Mississippi e Oklahoma) non permettono in ogni caso l’utilizzo del write-in.

Questa modalità, peraltro, viene spesso adoperata per segnalare un voto di protesta, scrivendo sulla scheda nomi di personaggi fittizi o defunti. E’ per esempio il caso del Governatore repubblicano del Maryland Larry Hogan, il quale, in dissidio con il proprio partito, ha dichiarato di aver votato Ronald Reagan.