Nel Sahara Occidentale riprende la guerra dopo tre decadi di relativa pace

Pubblicato il 23 Novembre 2020 alle 10:49 Autore: Seif Eddine Braiek

Il Nordafrica non vuole sapere di quietarsi. Se da una parte, in Libia, la situazione finalmente si sta stabilizzando, dall’altra, nel settore occidentale del deserto del Sahara, sta nascendo un nuovo teatro di guerra. Potremmo meglio dire che il conflitto sta rinascendo. Infatti, quella del Sahara Occidentale è una questione irrisolta da parecchi decenni. L’ultimo cessate il fuoco risale infatti a circa tre decenni fa, quando il Marocco e il Fronte POLISARIO (Fronte di Liberazione Popolare di Saguia el Hamra e del Río de Oro) raggiunsero un accordo nel 1991 che mise, temporaneamente, fine a circa 15 anni di combattimenti.

I fatti attuali

Gli scontri sono scoppiati il 13 novembre, quando le forze marocchine, con l’obiettivo di prendere il controllo della strada che collega il West Sahara con la Mauritania, hanno lanciato un’offensiva nei pressi del villaggio Guerguerat. Secondo i saharawi del POLISARIO, le forze marocchine hanno violato il cessate il fuoco penetrando in una zona smilitarizzata. Le autorità marocchine da parte loro hanno dichiarato di aver agito per legittima difesa, dopo un attacco provocatorio da parte dei sahariani occidentali. Inoltre il Primo Ministro del Marocco, Saad-Eddine El Othmani, dichiara che l’offensiva è stata lanciata per ripristinare la libera circolazione del traffico civile e commerciale nell’area, dopo che questa è stata bloccata da un gruppo di attivisti indipendentisti. Nel corso della giornata, il Fronte POLISARIO, tramite il suo Segretario Brahim Ghali, ha dichiarato che le proprie forze hanno risposto all’attacco, sparato su alcune basi e installato posti di blocco lungo il muro di sicurezza (un muro eretto dal Marocco, che separa la zona occidentale sotto il controllo marocchino dalla Free Zone interna). Successivamente, le forze armate reali marocchine hanno rivendicato il pieno controllo del valico di frontiera di Guerguerat.

Nei giorni a seguire si è assistito a numerosi scambi di fuoco e scaramucce tra i belligeranti, le ostilità si sono registrate anche lungo il tratto settentrionale del muro divisorio. Specialmente intorno ad Al Mahbes, dove le forze marocchine reclamano di aver distrutto un numero di veicoli militari del SPLA (il braccio militare del Fronte POLISARIO).

Confronto armato tra POLISARIO e Marocco nel sud del Sahara Occidentale

Sin dal primo giorno delle operazioni belliche, entrambe le parti dichiararono la mobilitazione di massa. Inoltre la Repubblica dei Sahrawi ha evacuato i civili da Guerguerat e introdotto il coprifuoco nei territori sotto il suo controllo.

Ripercorriamo la storia del Fronte POLISARIO

La genesi del Fronte POLISARIO è da rintracciare nel Movimento di Liberazione del Sahara, un movimento nato sul finire degli anni ‘60 per contrastare l’occupazione del regime franchista e che da questo venne represso. Successivamente, con l’annuncio della Spagna di disimpegnarsi nel territorio conteso, venne fondato a Zouerate (Mauritania) nel 1973 il fronte POLISARIO, con l’obiettivo inizialmente di condurre una resistenza in funzione anti-spagnola, ed in seguito di opporsi ai tentativi di annessione da parte di Marocco e Mauritania. La nuova realtà politico-militare guidata, allora da El Ouali, contribuì con la sua lotta armata al ritiro dei spagnoli. Questo si formalizzò con gli accordi di Madrid del novembre 1975 (tra Spagna, Marocco e Mauritania), un importantissimo fattore che portò a tale risultato è la Marcia Verde avvenuta qualche giorno prima: uno spostamento di centinaia di migliaia di marocchini, coordinati dal loro governo, verso il Sahara Occidentale. L’indomani, il POLISARIO, ormai riconosciuto dall’ONU e ribadito il diritto di autodeterminazione del popolo sahrawi dalla corte dell’AJA, si trovò a fronteggiare una duplice minaccia: Rabat e Nouakchott. Così a distanza di pochi mesi, il 27 febbraio 1976, si autoproclama indipendente La Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi, rivendicando la sovranità sui territori della Saguia el Hamra (nord) e sul Rio d’Oro (sud).

Il POLISARIO, appoggiato dall’Algeria, sconfigge la Mauritania costringendola alla rinuncia delle sue pretese con l’accordo di pace del 1979. Mentre con il Marocco si apre uno scontro ancora oggi inconcluso. Si tratta di una delle guerre più longeve del continente, durante la quale, nel corso degli anni ‘80, il Marocco costruì una barriera difensiva seconda per lunghezza soltanto alla Grande Muraglia Cinese, oltre 2700 km costeggiati dal più grande campo minato del mondo (si stima la presenza di minimo 6000 mine antiuomo). A partire dal 1989, con la fallita offensiva del POLISARIO in Guelta Zammour, gli scontri militari conoscono un’escalation senza precedenti. Questa fase si conclude con l’offensiva del Tifariti, portata avanti dall’esercito reale marocchino tra agosto e settembre del 1991. Le conseguenze sono l’accettazione da parte del Fronte di un cessate il fuoco con uno status quo che lo vede controllare meno del 25 per cento dei territori contesi. Inoltre venne istituita la MINURSO, una missione di pace sotto l’egida dell’ONU con il compito di monitorare la pace ed organizzare un referendum che risolva la questione. Tuttavia quest’ultimo punto non e mai stato possibile raggiungere.

Ad oggi, risulta che in totale 84 stati abbiano riconosciuto La Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi, di questi 44 hanno sospeso o ritirato il proprio riconoscimento per ragioni varie. Per quanto riguarda le organizzazioni internazionali, la Repubblica dei Sahrawi con sede in esilio nell’algerina Tindouf e avente come Presidente il Segretario del POLISARIO (Brahim Ghali), non è ancora riconosciuta dall’ONU. Regionalmente, invece, è membro dell’Unione Africana dal 1982, il che portò il Marocco, per protesta, a ritirarsi dalla stessa due anni dopo. A differenza del Marocco però, non fa parte ne della Lega Araba né dell’Unione del Maghreb arabo.