Elezioni in Venezuela per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale
Urne aperte nella giornata di oggi per le elezioni dell’Assemblea Nazionale, l’organo legislativo del Venezuela. Sono oltre 20 milioni i cittadini chiamati a partecipare al rinnovo quinquennale del Parlamento, attualmente controllato da un’opposizione che stavolta diserterà il voto ritenendolo una “farsa“.
Lo scenario delle elezioni in Venezuela
La campagna elettorale si è svolta su un panorama in bilico sotto vari punti di vista: il paese è al settimo anno di recessione consecutivo, con quasi l’80% della popolazione che vive in condizioni di estrema povertà. La pandemia da Sars-COV-2 non ha di certo aiutato, pesando sulla già presente carenza dei generi e servizi di prima necessità. I continui blackout, poi, non consentono un regolare regime di operatività per gli ospedali.
“Se l’opposizione dovesse vincere, lascerei subito la presidenza e tornerei a guidare l’autobus”.
Lo ripete da giorni il Presidente Nicolás Maduro, segno di come queste elezioni a suo dire siano questione di vita o di morte per il chavismo e una vittoria non può che confermare la sua presa sul paese. Larga parte dei dissidenti tuttavia, guidati in parte dall’autoproclamato Capo di Stato Juan Guaidó, hanno scelto di non riconoscere la legittimità della consultazione.
La sceltà è maturata in contrasto con numerose decisioni dei vertici del paese ritenute lesive della credibilità della tornata. Tra queste, ha fatto discutere la nomina di 5 fedelissimi di Maduro alla guida del neonato Consiglio Elettorale da parte del Tribunale Supremo di Giustizia. Lo stesso Consiglio ha aumentato il numero dei deputati da 167 a 277. Una quarantina di loro, inoltre, sarà designata mediante una lista nazionale, svincolata dai normali collegi. Anche la Conferenza Episcopale Venezuelana si è fatta sentire, avvertendo che le elezioni rischiano di peggiorare la crisi politica.
Negli ultimi mesi, infine, la maggioranza governativa ha perso pezzi importanti: il Partito Comunista del Venezuela e la sinistra anti-imperialista di Patria para Todos hanno difatti lasciato la coalizione a sostegno del Presidente Maduro, criticando una “svolta a destra” del governo a favore della classe imprenditoriale e a scapito dei lavoratori. I due movimenti si presenteranno alle elezioni odierne come Alternativa Popular Revolucionaria.
Le scorse elezioni
Il voto del 2015 vide la coalizione d’opposizione MUD conquistare la maggioranza del Parlamento con il 56,21% e 112 seggi su 167. Il Grande Polo Patriottico (GPP), la coalizione dei chavisti guidati da Maduro, aveva invece ottenuto 55 scranni.
Una “botta” per l’ala presidenziale in parte arginata con la sentenza 156/2017 del Tribunale Supremo che svuota di competenze l’Assemblea Nazionale, accusandola di “mancanza di rispetto” e con l’elezione di un’Assemblea Costituente nello stesso anno.
I partiti in campo
- Gran Polo Patriotico Simon Bolivar: coalizione chavista guidata dal Partito Socialista Unito del Venezuela
- Alianza Democratica: coalizione di opposizione democristiana e progressista
- Venezuela Unida: coalizione di opposizione socialdemocratica
- Alternativa Popular Revolucionaria: coalizione di sinistra guidata dal Partito Comunista e Patria Para Todos
- Soluciones para Venezuela: socialdemocratici
- Movimiento al Socialismo: socialdemocratici
- Prociudadanos: liberali di centrodestra
- Union y Progreso: social-cristiani
- Unidad Politica Popular 89: progressisti
- Movimiento Ecologico de Venezuela: ambientalisti
- Nueva Vision para mi Pais: social-conservatori
Cosa si dice all’estero delle elezioni in Venezuela
Il Parlamento europeo non osserverà questo processo elettorale, di conseguenza, non commenterà il processo, né i risultati che saranno annunciati in seguito”. Lo dichiarano David McAllister, Presidente della commissione per gli affari esteri, e Tomas Tobé, Presidente della commissione per lo sviluppo, entrambi co-presidenti del gruppo parlamentare per il sostegno alla democrazia e il coordinamento elettorale.
“Nessun singolo membro del Parlamento europeo è stato incaricato di osservare o commentare questo processo elettorale per suo conto – prosegue la nota -. Pertanto, qualora un membro del Parlamento europeo decidesse di osservare queste elezioni, lo farebbe di propria iniziativa e in nessun caso, mediante dichiarazioni o azioni, assocerà la sua partecipazione al Parlamento europeo”.
Il Parlamento Europeo ricorda che nella sua risoluzione sulla situazione umanitaria in Venezuela e la crisi dei migranti e dei rifugiati del luglio 2020 ha chiesto la creazione di condizioni “che portino a elezioni libere, trasparenti e credibili”, comprese “condizioni eque per tutti gli attori”, e questi paletti “non sono stati soddisfatti”.
Il sistema di voto adottato è stato presentato al Corpo diplomatico del Paese dal Ministro degli Affari Esteri del Venezuela, Jorge Arreaza, che ha sottolineato l’importanza della presenza alle elezioni parlamentari di diplomatici accreditati nel Paese.
“Per noi dell’Esecutivo è importante che i rappresentanti dei popoli e dei governi accreditati in Venezuela possano toccare con la realtà del popolo che si reca alle urne per eleggere i propri portavoce, per rafforzare le istituzioni democratiche”, ha sottolineato il Ministro.