Dar vita a una nuova alleanza europea, questo lo scopo dell’incontro trilaterale di Budapest dello scorso primo aprile tra Viktor Orbán (Primo Ministro dell’Ungheria), Mateusz Morawiecki (Primo Ministro della Polonia) e Matteo Salvini.
Punti programmatici “per un nuovo rinascimento europeo”
Tra le proposte dei tre molti i punti di contatto. Alcune questioni, quelle più divisive, sarebbero rimaste fuori dalla discussione, su tutte i rapporti con la Russia.
“Stiamo lavorando perché i popoli d’Europa escano dal loro periodo più buio, più oscuro (…) rimettendo al centro speranza, famiglia, lavoro, diritti, libertà…”, così Salvini nella conferenza stampa tenutasi a chiusura del vertice nella capitale ungherese.
Quella che i tre auspicano è un’impostazione di Europa sicuramente diversa da quella attuale: un ritorno alle radici giudaico-cristiane (per i tre l’UE sbagliò in partenza, non menzionandole nella Carta costitutiva); una maggiore difesa dei confini (“l’Europa unico argine all’islamismo alle porte“); una difesa delle vite e della famiglia.
E poi un ritorno al nazionalismo, vero fattore accomunante le proposte dei tre leader: “l’Europa non deve utilizzare l’arma del ricatto per scelte nazionali; non dev’essere un organismo che da patenti di democrazia e di bontà”.
Una strana alleanza nel Parlamento europeo
La neonata alleanza ha anche l’obiettivo di spezzare il “predominio europeo della sinistra“, con un’alternativa politica ed europarlamentare di destra e di estrema destra.
Tuttavia, nel Parlamento europeo, i gruppi parlamentari dei tre non sembrano così politicamente limitrofi.
Il partito di Orbán, Fidesz, dopo diverso tempo e prima di esserne espulso a causa delle note posizioni ungheresi su Stato di diritto, libertà, democrazia, ha lasciato sia il partito sia il gruppo europarlamentare del PPE ed è ora alla ricerca di una nuova sistemazione. Può contare su 12 seggi.
Il PiS, il partito di Morawiecki, può contare invece su 24 seggi nel Parlamento europeo e su una collocazione per ora stabile: è nel Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei e nell’europarlamento nell’ECR (Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei) che comprende, tra gli altri, Fratelli d’Italia.
Quello leghista è invece lo schieramento più nutrito: 28 seggi. La Lega è in ID (Identità e Democrazia), partito e gruppo del quale fanno parte anche il partito tedesco Alternative für Deutschland e quello francese Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen. Dal sostegno della Lega al Governo Draghi si era parlato di una possibile adesione al PPE, prospettiva che l’incontro di Budapest sembra aver allontanato.
Le prospettive future
L’alleanza per un “rinascimento europeo” punta soprattutto alle prossime elezioni europee, quelle del 2024.
Salvini, Morawiecki e Orbán a Budapest hanno già annunciato che vi saranno altri successivi incontri per consolidare l’alleanza e allargare lo schieramento “ad altre capitali europee, ad altri governi, partiti, famiglie”.
Non una passeggiata, viste le problematiche nazionali e le alleanze, comode o scomode, già in essere.