Un’inchiesta interna per far luce sull’incontro tra Matteo Renzi e Marco Mancini. Tanto ha richiesto l’Ufficio di presidenza del COPASIR al Presidente del Consiglio Mario Draghi dopo la seduta di martedì scorso. Il Comitato, riferisce il Presidente Raffaele Volpi, avvierà la procedura prevista dall’art. 34 della legge sull’intelligence. Secondo il dispositivo, la commissione parlamentare può chiedere lo svolgimento di indagini interne al Dis per accertare la correttezza dei comportamenti di membri degli organismi di sicurezza.
Il servizio di Report sull’incontro Renzi-Mancini
Al centro della questione c’è il servizio mandato in onda da Report nella puntata di lunedì 3 maggio. Un video amatoriale inviato alla redazione mostra il leader di Italia Viva a colloquio con lo 007 Mancini nel parcheggio di un autogrill a Fiano Romano. L’incontro informale risale al 23 dicembre 2020, nel pieno della crisi del governo Conte-bis, quando il tema dei servizi stava dividendo la maggioranza. L’ex Presidente del Consiglio ha presentato nei giorni scorsi un esposto in procura contro ignoti, che avrebbero fornito al programma di Rai 3 informazioni ottenute in maniera illecita. Non solo, Renzi sostiene che il materiale consegnato alla trasmissione potrebbe essere falso. Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, ha difeso invece l’autenticità della fonte. A filmare la vicenda sarebbe stata una professoressa che si trovava casualmente in quella stazione di servizio.
L’approfondimento nelle sedi istituzionali
Adesso lo scoop giornalistico verrà analizzato nelle sedi istituzionali. Durante la sua audizione al COPASIR, l’ormai ex direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza Gennaro Vecchione ha rivelato di non aver ricevuto da Mancini alcuna notizia circa il suo incontro con Renzi. Il prefetto ha precisato che non sussisteva alcun obbligo di comunicazione per il suo agente. Il sottosegretario con delega ai servizi Franco Gabrielli ha invece ricordato che da regolamento gli appartenenti all’intelligence possono incontrare parlamentari e altre categorie sensibili solo dopo una preventiva autorizzazione.
La palla è ora in mano a Mario Draghi, che potrà autorizzare l’ufficio ispettivo del Dis a svolgere “inchieste interne su specifici episodi e comportamenti verificatisi nell’ambito dei servizi di informazione per la sicurezza”.