A Ceuta uno scontro tra Spagna e Marocco a colpi di migranti

Pubblicato il 23 Maggio 2021 alle 10:53 Autore: Seif Eddine Braiek
  1. Sono più di 8000 i migranti che, in un paio di giorni, hanno varcato il confine spagnolo. Per la maggioranza marocchini, ma con altre diverse nazionalità africane, hanno sfruttato l’allentamento dei controlli intorno a Ceuta per tentare di entrare nel suolo europeo.

Infatti, la decisione marocchina ad abbassare la guardia sugli accessi all’enclave spagnola, è giunta dopo che la Spagna ha permesso il ricovero in ospedale sul proprio suolo di Brahim Ghali, leader del Fronte POLISARIO.

La conferma arriva nientemeno che dal Ministro dei diritti umani del Regno marocchino, Mustapha Ramid. Il quale afferma che “il Marocco ha il diritto di fare un passo in dietro… in modo tale da far capire alla Spagna che sottovalutare il Marocco comporta dei costi”. Inoltre si domanda, “cosa si aspettava la Spagna dal Marocco, che vede il suo vicino ospitare il capo di un gruppo che ha preso le armi contro il Regno?”

La risposta spagnola

La Spagna, negli ultimi anni rappresenta per il Marocco il più grande partner commerciale. Ha sempre lavorato a stretto contatto con il suo vicino africano affinché vengano impediti gli attraversamenti verso Ceuta, Melilla e attraverso stretto di Gibilterra.

Migranti a Ceuta

In risposta alla marea di persone che entrava nuotando, scavalcando la recinzione e addirittura passando per i cancelli con il beneplacito dei funzionari marocchini, la Spagna  ha inviato rinforzi militari a supporto della polizia locale. Questi, secondo fonti governative, riescono a far respingere circa 5400 migranti. Inoltre, per protesta a quello che viene definito “un attacco ai confini spagnoli ed ai confini dell’Unione Europea, inaccettabile per il diritto internazionale”, convoca l’ambasciatrice marocchina a Madrid. Tuttavia, quest’ultima viene richiamata d’urgenza in patria per “consultazioni”.

Forte la condanna del Ministro della Difesa del Regno spagnolo Margarita Robles che accusa Rabat di “ricatto”. In particolare riguardo il coinvolgimento di minori: “non stiamo parlando di giovani di età tra i 16 ei 17 anni, ma di bambini di 7 o 8 anni… [il Marocco, ndr] disattende il diritto internazionale”.

Migranti a Ceuta