Le elezioni amministrative in Croazia hanno consegnato un risultato in qualche modo atteso ma che viene letto da molti come un punto di svolta nel panorama europeo. La coalizione guidata da Možemo!, partito di sinistra con una forte impronta ambientalista, si è affermata come prima forza. Lo ha fatto, raccogliendo complessivamente oltre il 68% dei consensi e battendo nettamente la concorrenza del Movimento Patriottico.
Il candidato dei rossoverdi, il 39enne Tomislav Tomašević, prenderà così il posto di Milan Bandić, primo cittadino di Zagabria da oltre vent’anni e scomparso, in seguito a un infarto, nel febbraio di quest’anno.
La vigilia: l’eredità di Bandić
Fino a febbraio questo risultato non era affatto scontato. Signore-padrone della città, ha nei fatti lasciato il suo apparato senza guida aprendo la strada alla svolta coronata dall’esito del ballottaggio. L’ex sindaco lasciava, infatti, un’eredità complicata e non priva di ombre.
Ex socialdemocratico, uscito dopo uno scontro interno al partito con l’attuale presidente della repubblica, Bandić ha adottato un una strategia ondivaga nel corso degli anni. Fedele, almeno a parole, al suo passato nel gruppo progressista, la sua formazione, 365-partito del lavoro e della solidarietà, non ha mai però sdegnato occasionali avvicinamenti con le forse del centrodestra, sia a livello locale che regionale, quando necessari al fine di garantirsi il raggiungimento della maggioranza nella capitale.
Quest’ultima, dunque, rappresentava, già prima dell’ultima tornata elettorale, un unicum nel panorama croato, stabilmente in mano all’ex esponente socialdemocratico forte di un elettorato assai fidelizzato.
Le difficoltà dei Socialdemocratici e la nuova sinistra
In virtù della sua leadership carismatica, Bandić ha fin da subito attratto molto consenso in suo favore togliendolo al suo ex partito. Zagabria è diventata, così, un riferimento poco attendibile per i socialdemocratici a causa dell’ingombrante presenza di 365-partito del lavoro e della solidarietà e, più in generale, del comportamento fluttuante degli elettori progressisti Zagabresi.
Il deludente risultato del socialdemocratico Klisovic, attestatosi intorno al 7-8% al primo turno, appare quindi in linea con le prestazioni nelle precedenti elezioni municipali.
La scarsa competitività della principale forza del centrosinistra nazionale, unita alla scomparsa dello storico sindaco, ha aperto la strada del secondo turno a Tomašević. Proveniente dalla sinistra civica di Zagabria Nostra, il nuovo primo cittadino è tra i fondatori dei Možemo!.
Forte di una coalizione comprendente anche altre esperienze del civismo ecologista e progressista, si è imposto come favorito grazie al 45% raccolto al primo turno.
Con Jelena Pavičić, già vice di Bandić, ferma all’11%, l’ultimo sfidante di Tomašević, Miroslav Škoro, vicepresidente del parlamento, si è dunque presentato al ballottaggio con un magro 12% e, come poi confermato dalle urne, ben poche speranze di vittoria.
Il consolidamento del governo nelle province
Molte sono le grandi città hanno visto un cambiamento al governo. Spalato, roccaforte di centrodestra, ha, ad esempio, visto l’affermazione del centrista Ivica Puljak mentre a Pola, gli autonomisti della Dieta Democratica Istriana si sono dovuti arrendere ad un candidato indipendente.
Ad ogni modo, le elezioni provinciali, tenutesi in concomitanza con le municipali, hanno visto diverse province passare al centrodestra governativo dell’Unione Democratica Croata, come nel caso della di Zagabria (che non include la Capitale).
In generale, il partito del premier Andrej Plenković ha avuto una buona affermazione conquistando il governo di tredici province. Oltre ha questo, ha scalfito molte roccaforti Socialdemocratiche nel nord del Paese, con l’SDP costretto ad accontentarsi della vittoria in due province da sempre favorevoli al centrosinistra come la Krapina-Zagorje e la Litoraneo-Montana, quest’ultima con capoluogo Fiume. Il resto delle province è spartito fra indipendenti (3) autonomisti (1) e alla lista locale Rete (1).
Elezioni amministrative in Croazia: l’incognita astensione
L’Unione Democratica Croata rimane forte, i socialdemocratici perdono terreno tranne in Istria. Il governo, che oltre al partito del premier può contare sull’appoggio di Nuova Solidarietà Riformista, Partito Croato Social-Liberale e altri partiti minori, esce quindi elettoralmente rafforzato da queste ammnistrative, ma dovrà fare i conti con l’alta astensione che potrebbe nascondere una montante disaffezione nella popolazione verso la classe dirigente.
Quanto avvenuto a Zagabria con la clamorosa è la vittoria di un candidato della nuova sinistra, infatti, pur dovendo essere letto con la consapevolezza della peculiare situazione politica della capitale, potrebbe rappresentare una scossa premonitrice per tutto il panorama politico croato in vista del Prossime politiche nel 2024.