Biden e Merkel in disaccordo sul gasdotto Nord Stream 2
“I buoni amici possono essere in disaccordo”. Con queste parole, Joe Biden ha commentato il nulla di fatto del dialogo diplomatico sul gasdotto Nord Stream 2.
Dopo la visita ufficiale della Cancelliera Angela Merkel a Washington, Stati Uniti e Germania non sono riusciti ad appianare le divergenze sulle conseguenze geopolitiche dell’opera.
Nonostante una querelle durata mesi tra le due sponde dell’Atlantico, sembra ormai impossibile fermare il progetto. I due capi di Stato, tuttavia, hanno convenuto che la Russia, partner di Nord Stream 2, non dovrà utilizzare l’infrastruttura e la risorsa energetica come arma di ricatto nei confronti dei suoi vicini.
Ucraina penalizzata?
L’impegno comune è altresì quello di non penalizzare l’Ucraina. Il gasdotto, quasi pronto ad entrare in funzione, rifornirà l’Europa continentale tagliando fuori Kiev. Le conseguenze potrebbero essere disastrose proprio per il Paese guidato da Volodymyr Zelens’kyj. Anche per questo, ad agosto si terrà un meeting tra Biden e Zelens’kyj alla Casa Bianca.
Verrebbe, infatti, ridimensionato il ruolo ucraino di Paese di transito, rendendo Kiev più vulnerabile alle manovre destabilizzatrici di Mosca.
La realizzazione dell’opera preoccupa particolarmente il presidente ucraino, il quale ha dichiarato di considerare Nord Stream 2 una “minaccia alla sicurezza nazionale e dell’intera regione”.
Gli sforzi di Biden in difesa l’Ucraina
L’amministrazione Biden, per tutelare l’alleato, chiede che la Germania si impegni a boicottare l’utilizzo del Nord Stream 2 ogniqualvolta Kiev sia messa in pericolo o minacciata. Per dimostrare la propria buona volontà, Washington ha anche deciso di sospendere le sanzioni nei confronti della società che amministra il gasdotto (Nord Stream 2 AG).
Quest’ultima è guidata da un tedesco, Matthias Warnig, ex agente della stasi, uomo molto vicino a Putin. La Merkel, dal canto suo, spinge per compensare l’Ucraina con progetti di cooperazione bilaterali Berlino-Kiev su progetti per centrali a idrogeno verde.
Le richieste di Washington vertono su questo punto: non ci sono sufficienti rassicurazioni sulle conseguenze dell’opera sulla stabilità dell’Est Europa.
Realizzato sotto la guida di Gazprom e dei suoi partner, il gasdotto della discordia correrà parallelo al già esistente Nord Stream. La capacità di approvvigionamento sarà raddoppiata da 55 a 110 bcm (miliardi di m3) all’anno. Nord Stream 2 porterà gas naturale, estratto in Siberia, congiungendo San Pietroburgo a Greifswald (nella parte tedesca della regione della Pomerania) dopo un tragitto di 1230 Km. In prossimità dell’isola di Bornholm in Danimarca, le navi russe Fortuna e Akademik Cherskij poseranno le ultime tubazioni entro la fine dell’estate. Kiev potrà contare sul prezioso ruolo di Paese di transito anche dopo la scadenza dei contratti con l’UE nel 2024?