Proroga cassa integrazione: le ipotesi sul tavolo del Governo Draghi
Proroga cassa integrazione: le ipotesi sul tavolo del Governo Draghi
Proroga cassa integrazione: la Riforma dell’Irpef, il lavoro preparatorio in vista della Legge di Bilancio per l’anno prossimo, la revisione delle modalità di pensionamento anticipato post Quota 100, torna anche la Riforma degli ammortizzatori sociali in cima alla lista degli appuntamenti non più rinviabili per il Governo Draghi.
Riforma ammortizzatori sociali: verso un contenimento delle spese?
Riforma ammortizzatori sociali: sul testo è concentrato ormai da tempo il ministro Orlando. Fino a metà agosto ha provato a smuovere il dialogo con le parti sociali ma non sembra ci siano stati passi avanti concreti. Al titolare Ministero del Lavoro, d’altra parte, tocca muoversi in spazi stretti: cominciano ad arrivare le prime indicazioni da Palazzo Chigi rispetto alla prossima Legge di Bilancio ed è ormai prossimo il cambiamento delle aliquote Irpef nel quadro dell’ampia Riforma del Fisco necessaria per sbloccare le risorse europee destinate alla ripresa.
Entrambi fattori che influiranno sul riassetto del Reddito di cittadinanza: diventerà “allargato” se verrà seguito il progetto dello stesso Orlando. Nel frattempo, però, il titolare del Lavoro deve fare i conti anche con i colleghi del Mef: sono 8 i miliardi richiesti per la sua riforma ma il Ministero dell’Economia non sembra disposto a concederne più di 5. Un risparmio che dovrebbe toccare un altro punto delle modifiche previste al sistema Welfare: la cassa integrazione.
Cassa integrazione: nuovo prolungamento in vista?
Riforma ammortizzatori sociali: prima di cambiarla definitivamente, con tutta probabilità l’odierna cassa integrazione sarà prolungata per altre 9 settimane. Questo periodo potrà essere sfruttato gratuitamente dai datori di lavoro: forse verrà posto un “vincolo” relativo al divieto di licenziare così da rendere ancora più “morbida” l’uscita dal blocco. Per una vera e propria revisione strutturale della Cig, a questo punto, pare si dovrà aspettare almeno fino a gennaio 2022.
L’ipotesi al momento è quella di mettere in campo 13 settimane di Cig per le aziende fino a 5 addetti, 26 settimane per quelle che hanno fino a 15 addetti (per quelle con più addetti non cambierebbe nulla). Le spese inizialmente sarebbero a carico dello Stato (con i datori di lavoro chiamati a versarla gradualmente): novità sono attese a metà settembre in seguito a nuove valutazioni del Mef sui costi. Questo schema (in particolare l’ampliamento per le piccole aziende) potrebbe costare 1,2 miliardi all’anno, una spesa che difficilmente verrà avallata dai tecnici di viale XX settembre.
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