Elezioni in Germania, chi ha votato chi. Enormi le differenze a livello di età
Le elezioni in Germania di ieri sono state piuttosto atipiche rispetto a quelle che si sono svolte negli ultimi anni in Europa. Al contrario che in molti altri Paesi qui le ali estreme hanno perso. Sia i post comunisti della Linke che la destra sovranista di Afd hanno diminuito i propri voti. In particolare però i primi, che hanno vissuto un travaso di voti a favore di Spd e Verdi, i veri vincitori delle consultazioni.
E tuttavia nonostante questo risultato “moderato” si è trattato delle elezioni con maggiori cambiamenti dal 2005. Perché la Cdu/Csu ha perso il primato che deteneva da 16 anni, vivendo un crollo del consenso.
Ma chi ha votato per questi partiti? Come e più che in Italia le preferenze per le diverse liste sono variate moltissimo in base a fattori socio-demografici.
La Germania esce dalle elezioni come un Paese profondamente plurale, o se vogliamo vederla da un altro punto di vista, profondamente diviso. Per esempio in base all’età.
I divari tra giovani e anziani sono enormi. L’Unione (di CSU e CSU) ha solo il 10% tra chi ha meno di 25 anni, e ben il 38%, rimanendo primo partito, tra chi ne ha più di 70, e ha vissuto del resto in un mondo quasi bipolare, in cui dominavano democristiani e socialdemocratici. Tra i più giovani infatti non sfondano neanche questi ultimi, hanno il 15%, contro il 35% tra gli over 70.
Sono stati liberali e Verdi con il 21% e il 23% a guadagnare il voto degli under 25, ovvero partiti che sono stati quasi sempre all’opposizione negli ultimi 20 anni. Una opposizione però moderata, che sa di modernità ed ambientalismo. Al contrario di quella di AfD e Linke, che non affascinano i giovani molto più degli anziani, portatori come sono di istanze in un certo senso “nostalgiche”. Sono i partiti di chi pensa che si “stesse meglio prima”, che quel prima rappresenti una vecchia Germania più tradizionalista e meno globalizzata, senza immigrati o addirittura la DDR.
Elezioni in Germania, la CDU/CSU vince solo tra gli autonomi
Oltre che in base all’età alle ultime elezioni in Germania i votanti si sono divisi anche in base alla situazione occupazionale.
Sostanzialmente gli autonomi sono maggiormente di centrodestra, come e più che in Italia. L’Unione tra questi è ancora in testa, con il 26%, seguita dai liberali della Fdp, che guadagna tra costoro quasi il doppio della media, il 19%, mentre i socialdemocratici sono solo al 16%, come i Verdi, che quindi si rivelano abbastanza popolari in questo segmento, soprattutto, è facile immaginare, tra le partite Iva e i professionisti più giovani. Intorno alla media il consenso per AfD e Linke.
Al contrario tra gli operai vi è un vantaggio della SPD, che ha il 26%, all’incirca la stessa percentuale raccolta a livello nazionale, ma soprattutto è la AfD che si rivela essere particolarmente forte in questo ambito, con il 21%, più del doppio del 10% medio. In questo caso ci sono analogie con il voto leghista per esempio.
L’Unione se la cava piuttosto male in questo segmento, con il 20%, e ancora peggio fanno i Verdi, solo con l’8%. La FDP ha il 9% e la Linke il 5%
I disoccupati poi a queste elezioni tedesche si sono divisi molto. Ad avere molti più voti che a livello nazionale sono stati la Linke, con l’11%, contro il 5% complessivo, e l’AfD il 17%, contro il 10%. Malissimo l’Union, con il 14%, e anche la SPD con il 23% ha ottenuto un consenso minore di quello medio.
Oltre che per i numeri che lo impongono è anche per le forti divisioni che emergono dalle elezioni che in Germania il governo dovrà essere di coalizione, a abbastanza largo da essere rappresentativo di una società tanto avanzata quanto fortemente plurale.
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