Alle elezioni comunali il vero balzo però è quello di Fratelli d’Italia
Alle elezioni comunali il vero balzo però è quello di Fratelli d’Italia
Molto spesso non solo in Italia, ma anche all’estero, capita a chi osserva e commenta la situazione politica di sopravvalutare i dati elettorali più visibili, quelli che riguardano le grandi città, ignorando quello che si muove in provincia, nei centri più piccoli, che sono appunto di dimensioni minori, e meno al centro dell’attenzione mediatica. E però soprattutto in un Paese come l’Italia gran parte della popolazione qui vive, nelle città inferiori ai 60 mila abitanti, non nelle metropoli.
Così per avere un’idea più completa del risultato complessivo delle elezioni dobbiamo guardare anche a cosa è accaduto in tutti i comuni in cui si votava, ed erano ben 118 quelli con più di 15 mila abitanti.
Emerge, almeno sul versante dei partiti, un dato differente, e di maggiore stabilità rispetto a quello che è possibile osservare concentrandosi solo su Roma, Milano, Napoli, Bologna e Torino, ovvero le città maggiori di cui i media parlano in modo prevalente.
Il Pd così secondo i calcoli di CISE/Luiss risulta aumentare, ma di pochissimo, dal 21,5% del 2016 al 22,1% di quest’anno nei 6 capoluoghi di regione, ma scendere, dal 19,5% al 19%, nel complesso dei 118 comuni superiori. Mentre il vero vincitore è Fratelli d’Italia.
Che passa dal 4,9% all’11,1%. Supera così nettamente la Lega che pure sale dal 6,1% al 7,7%, mentre Forza Italia diminuisce dal 7,8% al 5%.
Nel complesso i partiti di centrodestra grazie al progresso di Fratelli d’Italia guadagnano consenso andando dal 18,8% al 23,8%.
In parte questo è dovuto al crollo del Movimento 5 Stelle, che dal 17,8% cade al 6,3%
Elezioni comunali, crescono le liste civiche
Nei capoluoghi regionali poi, dove i partiti nazionali sono più presenti e si sono fatti sottrarre meno voti dalle civiche, è ancora più visibile tale caduta: il M5S passa dal 24,6% all’8,1%, principalmente a causa del risultato di Roma, dove nel 2016 Virginia Raggi e la sua lista avevano trionfato.
Sempre qui il centrodestra arriva al 24,7% contro il 20,2% del 2016. Tra l’altro questi calcoli, anche quelli che considerano tutti i 118 comuni oltre i 15 mila abitanti, non considerano tutti quei paesi al di sotto di tale soglia, che, ricordiamolo, in Italia come in gran parte d’Europa premiano solitamente di più i partiti conservatori.
Inoltre vi è anche il ruolo delle già citate liste civiche da considerare. Sempre più spesso soprattutto nei centri più piccoli attirano il voto di coloro che alle elezioni nazionali invece scelgono i partiti nazionali, e quindi i calcoli sul peso delle diverse coalizioni non possono essere veramente esatti, perché si dovrebbe dare un colore a liste che in realtà raccolgono esponenti di varia estrazione. E che ottengono sempre più voti.
Basti pensare che i cinque principali partiti, Pd, Movimento 5Stelle, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia cinque anni fa avevano ottenuto il 67,9% e oggi il 54,9% nei comuni capoluoghi. Mentre in tutti quelli superiori passano dal 56,1% al 49,1%.
Tra queste liste civiche naturalmente vi sono anche quelle dei candidati sindaci, che di fatto sono quasi sempre un’estensione dei partiti di appoggio, e per esempio nel centrosinistra spesso un’appendice del Pd. Ma in ogni caso rappresentano l’ulteriore prova della disaffezione dell’elettorato verso la politica, una disaffezione in crescita ormai da molto tempo, e che sembra non avere fine.
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