Sondaggi elettorali Emg, Lega e M5S perdono l’1,7% e l’1,2% in un mese
Sondaggi elettorali Emg, Lega e M5S perdono l’1,7% e l’1,2% in un mese
Le elezioni comunali che si sono appena svolte lasciano il segno nelle intenzioni di voto. Almeno a osservare i sondaggi elettorali di Emg, che evidenziano come l’elettorato stia scendendo dal carro dei perdenti, come del resto accaduto molto spesso anche in passato.
I perdenti in questo caso sono la Lega e il Movimento 5 Stelle. In particolare la prima torna ai livelli delle elezioni politiche 2018, lontanissimi, quindi, dal 34% del 2019. Rispetto a metà settembre perde l’1,7% scendendo al 17,8%, mentre il M5S lascia sul terreno l’1,2% portandosi al 14,9%, molto meno di quanto altri sondaggi elettorali gli attribuiscano.
A beneficiare di tali debacle non sono però i principali avversati. Il Pd, cresce, sì, ma solo di quattro decimali, arrivando a un ancora deludente 19%. E rimane secondo davanti a Fratelli d’Italia, al 20%, dopo avere perso un altro 0,4%.
Sono invece le forze di centro a crescere. Forza Italia, ritenuta forse dagli elettori di centrodestra la meno responsabile delle sconfitte della coalizione nelle grandi città, guadagna il 0,6%, andando al 7,6%. Italia Viva, con cui Emg è sempre stata molto generosa, va dal 3,3% al 4,1%, mentre Azione sale di mezzo punto, al 4%.
Più stabili le forza più piccole. Secondo i sondaggi elettorali di Emg, infatti, Sinistra Italiana guadagna il 0,2% arrivando al 2,2%, mentre Verdi, +Europa, Coraggio Italia, sono fermi, rispettivamente al 2%, 1,5%, 1,6%. Articolo 1 perde un decimale e va all’1,9%
Sondaggi elettorali Emg, per gli italiani l’astensione è stata generata dalla delusione verso i partiti più che verso i candidati
Quasi come i vincitori delle gare per il sindaco delle grandi città protagonisti delle ultime elezioni sono stati anche gli astenuti, che in alcuni centri sono arrivati a essere più del 50%, specialmente al secondo turno.
Emg ha chiesto agli intervistati le ragioni di tale bassa affluenza, e più che la delusione verso i candidati per gli italiani è contata quella verso i partiti. Così la pensa il 52%, che diventa l’80% nel caso dei forzisti, e il 68% in quello degli elettori di Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle.
Al contrario per 30% sono stati i candidati sindaco a non essere stati all’altezza. È di questa opinione il 40% dei democratici. Per l’11%, che nel caso dei leghisti divengono il 29%, il problema è stata la scarsa attenzione ai problemi delle città.
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