Cop26 Glasgow al via: chi partecipa e quali sono gli obiettivi del summit?

Pubblicato il 1 Novembre 2021 alle 11:21 Autore: Guglielmo Sano
Cop26 Glasgow al via: chi partecipa e quali sono gli obiettivi del summit?

Cop26 Glasgow al via: chi partecipa e quali sono gli obiettivi del summit?

Ieri, domenica 31 ottobre 2021, è cominciata la Cop26 di Glasgow, in Scozia. Alla riunione organizzata dall’Onu partecipano quasi 200 paesi: obiettivo principale del summit un accordo concreto sulla riduzione delle emissioni inquinanti.

Cop26: chi partecipa (e chi no) alla conferenza

Terminato il G20 di Roma, al via la Cop26 di Glasgow: la conferenza organizzata dall’Onu a cui partecipano oltre 200 paesi ha l’obiettivo di stabilire una strategia mondiale di riduzione delle emissioni inquinanti. Un primo passo, a dire il vero non molto incoraggiante in vista di un’intesa concreta, è stato compiuto proprio durante il summit tenutosi in Italia. Durante quest’ultimo vertice, le venti maggiori economie mondiali hanno sì trovato un accordo ma senza prevedere vincoli particolarmente rigidi o scadenze ben precise a proposito della sua attuazione.

Tra l’altro, da segnalare che G20 di Roma non hanno partecipato i presidenti di Russia e Cina: stati “chiave” in qualsiasi iniziativa che si proponga di avere un respiro globale. Il Presidente cinese Xi Jinping non parteciperà neanche alla Cop26 (almeno non direttamente: dovrebbe inviare un messaggio ai partecipanti). Detto ciò, sia Mosca che Pechino hanno recentemente rinnovato (in modo piuttosto vago) la volontà di azzerare le emissioni entro il 2060 (al G20 – in modo altrettanto vago – si è posto lo stesso traguardo intorno al 2050 o meglio, “a metà secolo”).

Quali sono gli obiettivi del summit?

Quali sono gli obiettivi della Cop26? In generale, la conferenza Onu vuole delineare una strategia comune sulla riduzione delle emissioni inquinanti in base all’Accordo di Parigi stipulato al termine della Cop21 del 2015: quindi, con la conferenza si cercherà di trovare un metodo per coordinare gli sforzi dei singoli paesi (che in base all’Accordo di Parigi possono porsi degli obiettivi, sostanzialmente, in autonomia). Per fare un esempio, obiettivo della Cop26 è allineare l’impegno degli Usa di ridurre le emissioni del 50-52% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030 con quello dell’Ue di ridurre le emissioni del 55% rispetto al 1990 sempre entro il 2030. Tale coordinazione ha come scopo quello di mantenere entro un certo limite la temperatura mondiale e, infine, raggiungere la cosiddetta neutralità carbonica.

D’altra parte, altri grandi temi si impongono a questo punto. innanzitutto, la convenienza del carbone. Combustibile fossile tra i più inquinanti è anche il più economico: i paesi meno industrializzati difficilmente ne possono fare a meno, soprattutto, in questo momento di crisi energetica. Per questo alla Cop26 si discuterà di fornire ulteriore sostegno alle economie in via di sviluppo (alla Cop15 del 2009 si era deciso di erogare 100miliardi all’anno) per ridurre le emissioni. Sempre su questa linea si tornerà a parlare di “scambio di emissioni”: in pratica, un sistema che consente alle economie avanzate di continuare a emettere emissioni ma solo se finanziano iniziative incentrate su energie “pulite” nei paesi meno avanzati. Già previsto dall’Accordo di Parigi, il sistema finora si è dimostrato più che altro fallimentare.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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