Ddl Concorrenza: stabilimenti balneari, operazione trasparenza al via
Nella serata di giovedì 4 novembre 2021, il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto Ddl Concorrenza. Il disegno di legge – richiesto espressamente da Bruxelles per erogare le risorse destinate alla ripresa post Covid – ha previsto diverse novità su appalti pubblici e liberalizzazioni ma nessun cambiamento concreto in vista a proposito dell’annoso “problema” delle concessioni degli stabilimenti balneari. D’altro canto, giusto in queste ore, è stato il Consiglio di Stato a dettare la tabella di marcia al governo: da gennaio 2024 il settore dovrà aprirsi, senza ulteriori possibilità di deroga, al mercato.
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Concessioni stabilimenti balneari: un altro nulla di fatto?
Il Ddl concorrenza, passato in Cdm lo scorso giovedì sera, contiene diverse novità su appalti pubblici e liberalizzazioni: grande assente invece (insieme alla norma che avrebbe consentito una maggiore “mobilità” ai notai) una misura “concreta” sulle concessioni degli stabilimenti balneari, un’annosa questione che nessun governo italiano da 15 anni a questa parte si è proposto di risolvere.
Infatti, sin dal 2006, cioè da quando la Commissione Ue ha approvato la nota direttiva Bolkenstein, tutte le concessioni pubbliche dovrebbero essere liberalizzate: in breve, in virtù del regolamento europeo, dovrebbero essere messi a bando tutti i beni di proprietà statale, compresi chiaramente gli spazi del demanio, spiagge comprese.
Per il momento, un po’ sul modello dell’auspicata Riforma del Catasto, l’esecutivo ha dato soltanto il via a un’operazione “trasparenza” sugli stabilimenti balneari. In pratica, il provvedimento vuole avviare una mappatura delle concessioni in essere: questa servirà alle amministrazioni locali per avere un quadro della situazione, quindi, a portare in evidenza i termini dei rapporti intrattenuti con i privati che “gestiscono” le spiagge.
Proroga non oltre dicembre 2023
Spesso le condizioni economiche di tali rapporti sono molto più convenienti per questi ultimi che per lo Stato. In breve, da decenni i proprietari degli stabilimenti balneari possono contare su un rinnovo delle concessioni quasi automatico: nel corso del tempo, però, l’affitto è rimasto praticamente invariato (anche pochi euro al metro quadro).
A rompere gli indugi sul tema, però, due sentenze del Consiglio di Stato pubblicate nella giornata di ieri, martedì 9 novembre 2021, con cui si stabilisce che le concessioni balneari, in ogni caso, non potranno essere prorogate oltre dicembre 2023. In pratica, dal primo gennaio 2024 “non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza” (chiaramente verrà data la possibilità ai gestori attuali di partecipare ai bandi di gara). Al momento solo indiscrezioni su come l’esecutivo potrebbe muoversi: d’altra parte, è plausibile l’ipotesi che una prima modifica della normativa in linea con la decisione dei giudici (anche solo parziale) arrivi già con la Legge di Bilancio per il prossimo anno (più difficile il varo di un decreto ad hoc).
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