Sondaggi Swg: Cop26, solo il 29% ha seguito e sa di cosa si è occupato
Almeno a sentire i principali media, soprattutto quelli internazionali più che quelli italiani, la transizione climatica è al centro delle agende dei Paesi e forse il tema più importante per i prossimi decenni.
Non pare però essere così per l’opinione pubblica del nostro Paese. Secondo gli ultimi sondaggi di Swg, almeno, solo il 29% degli intervistati ha risposto che ha seguito con attenzione la Cop26 di Glasgow e ne conosce i contenuti. Questa percentuale sale al 45% tra chi ha un’alta scolarità e a al 37% tra chi vive nelle grandi città.
Un 52% afferma di averne sentito parlare, ma di non conoscere in realtà i contenuti.
La maggioranza, il 54%, poi, pensa che la conferenza abbia rappresentato un passo avanti, con progressi che però sono ancora insufficienti. Solo per il 4% si è fatto molto, mentre per il 33% è stata un’occasione sprecata
Solo una minoranza, il 44%, pensa che il principale obiettivo della Cop26, limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi, sia raggiungibile. Anche se l’85% ritiene sia importanti.
Tra gli strumenti più importanti per fermare l’incremento della temperatura è la deforestazione quella che viene privilegiata dagli italiani, con il 47%. Gli investimenti nelle rinnovabili vengono solo dopo, con il 34%. All’ultimo posto, con il 29%, la protezione degli ecosistemi
Sondaggi Swg: Cop26, i giovani pensano che ora toccherà alle imprese industriali
Tra gli ostacoli che si frappongono a una transizione climatica equilibrata vi sono molti fattori. Al primo posto per gli italiani la scarsa disponibilità dei Paesi sviluppati a ridurre le emissioni. Predilige questo elemento il 30% degli intervistati.
Ma importanti sono anche i poteri economici che negano il problema e il mancato finanziamento della transizione ecologica dei Paesi poveri. Minore importanza invece si dà all’incremento della popolazione.
Ora dopo la Cop26 di chi sarà la responsabilità delle scelte nell’ambito della transizione climatica? Per il 50% le grandi imprese industriali. La percentuale sale al 55% nel caso degli under 35. I giovani danno maggiore peso anche alla scienza, ai governi nazionali, alla Ue, alle imprese del settore energetico. Ma molto meno ai singoli cittadini.
Pochi pensano, invece, che gli enti locali saranno importanti in campo ambientale.
Nota Metodologica
Questi sondaggi sono stati realizzati con metodo Cawi tra il 6 e il 9 novembre su 800 soggetti
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