IRAP addio: ecco quali sono i soggetti che beneficeranno del taglio

Pubblicato il 30 Novembre 2021 alle 12:25 Autore: Claudio Garau
Riforma fiscale: a regime in 2 anni. Le tappe dell’approvazione

Nel 2022 una assai attesa riforma cambierà il volto del Fisco in Italia: meno scaglioni e aliquote Irpef, No Tax area rivista e taglio all’IRAP sono soltanto alcune delle novità in arrivo per milioni e milioni di contribuenti italiani. Finora infatti le forze politiche stanno convergendo su quelli che dovranno essere i primi importanti passi della riforma fiscale, la quale costituisce a sua volta uno degli step di attuazione del PNRR italiano. 

L’addio all’IRAP è stato ben accolto dagli addetti ai lavori, in primis dai commercialisti, che finora hanno avuto a che fare con una vera e propria giungla normativa e con una pressione fiscale oggettivamente elevata. 

Irap addio per ditte individuali, autonomi, startup

Riordino e semplificazione sono parole d’ordine, nel percorso di riforma fiscale intrapreso dal Governo. Lo abbiamo appena accennato: novità sostanziali sono previste anche per l’IRAP, vale a dire l’imposta regionale sulle attività produttive, pagata dalle imprese.  

Sulla scorta della recente intesa tra le forze politiche, l’IRAP non costituirebbe più un obbligo e non dovrebbe dunque essere più versata da tutte le ditte individuali e dai lavoratori autonomi, incluse le start up innovative.  

All’orizzonte non c’è dunque la cancellazione immediata, tuttavia la direzione intrapresa è quella di una progressiva eliminazione di una imposta che ha regole a se stanti e una base imponibile diversa. L’auspicio è quello di sostituire l’attuale meccanismo dell’Irap con un sistema più semplice e comprensibile dal contribuente. 

Infine, almeno secondo le intenzioni di alcune forze politiche, degli 8 miliardi stanziati nella legge di Bilancio per la riduzione delle tasse, un miliardo dovrebbe essere impiegato proprio per tagliere l’IRAP per le imprese in forma individuale e per i lavoratori autonomi. 

Aliquote IRPEF, la riforma fiscale avvantaggia i ceti medi. Ecco come

L’addio dell’Irap si inserisce in un complesso impianto di riforma fiscale 

All’orizzonte vi è anche la revisione delle aliquote IRPEF: l’intento è quello di mettere in atto un vasto disegno di riforma che, da una parte, dovrà semplificare e riordinare la normativa fiscale vigente in Italia, e dall’altra, avrà il compito di introdurre regole più eque per le fasce di popolazione, distinte per reddito. 

Novità in arrivo anche per le detrazioni d’imposta, per i bonus IRPEF e per la no tax area. Come accennato, se è vero che al momento non si conoscono i dettagli di quelli che saranno i prossimi step di una riforma fiscale che si delineerà pienamente nel 2022, è però altrettanto vero che le modifiche di certo freneranno la morsa del Fisco sui redditi medio-bassi, e in particolare quelli da lavoro subordinato. Ciò ben si comprende anche alla luce degli effetti negativi dell’accoppiata pandemia-lockdown, con cui abbiamo fatto i conti a partire dal marzo 2020. 

D’altronde rivedere la struttura di una imposta come l’Irap, pare opportuno, in quanto detta imposta mal si applica alle piccole realtà imprenditoriali e professionali, già gravate da tante altre voci di spesa. 

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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