Variante omicron: contagio vaccinati e tamponi. Le ultime dall’Oms
Variante omicron: contagio vaccinati e tamponi. Le ultime dall’Oms
La variante omicron ancora sotto i riflettori. Arrivano nuove rassicurazioni da parte dell’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rispetto a pericolosità ed efficacia dei vaccini. Nel frattempo, però, alcuni studi evidenziano delle criticità non trascurabili rispetto alla diffusione della mutazione del coronavirus.
Variante omicron: le ultime rassicurazioni dell’Oms
Variante omicron: non ci sono indicazioni sul fatto che la mutazione causi forme più gravi di Covid e non c’è motivo di dubitare che i vaccini funzionino. Questo in poche parole quanto affermato da Michael Ryan, responsabile Emergenze dell’Oms, in una recente intervista rilasciata ad Agence France Presse. Dunque, nulla fa ritenere al momento che i composti anti-Covid attualmente disponibili non siano efficaci anche contro la variante omicron.
D’altro canto, è bene sottolineare che la mutazione del Sars Cov 2 è stata rilevata troppo poco tempo fa, solo il 24 novembre 2021 (anche se pare si fosse diffusa ancor prima che in Sudafrica negli Stati Uniti secondo alcune ricerche), per poter escludere del tutto che sia più pericolosa o contagiosa rispetto alle altre.
Può eludere due dosi? È invisibile ai tamponi?
È questo almeno quello che pensano alcuni studiosi che da fine mese scorso hanno cominciato a studiare la variante omicron. Per esempio, secondo uno studio del sudafricano Africa Health Research Institute – ancora in corso di revisione – due dosi di vaccino Pfizer permettono di avere una copertura molto efficace contro le varianti del coronavirus più diffuse: tuttavia, tale copertura sembra diventare molto più permeabile in caso di esposizione alla variante omicron. Dalla stessa Pfizer, però, è stato appena diffuso uno studio che mostrerebbe come la terza dose riporti gli anticorpi a livelli in grado “neutralizzare” i rischi connessi alla diffusione della Variante Omicron: dall’azienda farmaceutica è stato annunciato anche il lancio, probabilmente a marzo, di una versione del proprio composto modulata specificatamente sulla mutazione.
Intanto, altri studi condotti da scienziati britannici stanno approfondendo la possibilità che una o alcune delle numerose versioni della mutazione non venga rilevata dai test, dai tamponi in pratica. Secondo gli esperti ciò suggerirebbe una forte presenza di casi “sommersi” nel Regno Unito. Detto ciò, arrivano anche delle “buone” notizie sul fronte delle ricerche: diverse aziende che producono anticorpi monoclonali (alcuni ancora in corso di sperimentazione, come il Sotrovimab di GSK o il Paxlovid di Pfizer) dedicati alla terapia di chi sviluppa i sintomi del Covid (evitano l’aggravamento del quadro clinico) hanno comunicato che i propri prodotti sono efficaci anche sui contagiati da omicron (la risposta però è effettivamente più debole rispetto a quella riscontrata in caso di contagio da altre varianti).
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it