Farmaci Covid: incoraggianti i dati sulla pillola Paxlovid di Pfizer
Farmaci Covid: mentre prosegue la campagna di immunizzazione a livello mondiale, la ricerca scientifica si sta concentrando sempre di più sul trattamento della patologia causata dal coronavirus Sars Cov 2. È in particolare una “pillola” ad alimentare le speranze degli scienziati.
Farmaci Covid: incoraggianti i dati sulla pillola Paxlovid di Pfizer
Farmaci Covid: anche se i vaccini continuano a essere considerati l’arma più importante contro il coronavirus, per cui è soprattutto nella ricerca su questi ultimi che si stanno concentrando le maggiori energie della comunità scientifica, arrivano delle importanti novità anche su un altro versante del contrasto al Sars Cov 2. Si tratta di quello del trattamento di chi si ammala di Covid: al momento non ci sono dei farmaci specifici per curare chi sviluppa la patologia in forma severa.
Le cose potrebbero presto cambiare grazie a una “pillola” in particolare tra le moltissime medicine in corso di sperimentazione: si parla, del Paxlovid della Pfizer. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’azienda, il Paxlovid è in grado di ridurre il rischio di ricovero e decesso nella misura del 90% circa se è assunto – insieme al Ritonavir, un altro antivirale (sviluppato principalmente contro l’HIV) – entro 3-5 giorni dalla comparsa dei sintomi del Covid.
Che fine ha fatto il Molnupiravir di Merck?
Farmaci Covid: che fine ha fatto il Molnupiravir prodotto dall’azienda farmaceutica MSD (Merck)? Il Molnupiravir aveva acceso grandi speranze nei mesi scorsi, in poche parole sembrava in grado di interrompere il meccanismo che permette al Sars Cov 2 di replicarsi all’interno delle cellule. Tali speranze, d’altra parte, si sono decisamente spente col procedere della sperimentazione.
La pillola della Merck sembrava poter dimezzare il rischio di ricovero e decesso in seguito all’infezione se assunto (2 volte al giorno per 5 giorni) entro pochi giorni dalla comparsa dei sintomi. Invece, stando agli ultimi dati diffusi dall’azienda, la sua efficacia si attesterebbe al massimo al 30%. Inoltre, sono emersi dei dubbi sulla sua sicurezza. Al momento, il farmaco è stato autorizzato nel Regno Unito e, proprio in questi giorni, in Danimarca: mentre si aspetta ancora l’autorizzazione per la commercializzazione negli Usa, la Francia ha bloccato la procedura non ritenendo soddisfacente il rapporto rischi/benefici.
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