Variante omicron: colpisce meno le vie aeree inferiori? Gli ultimi studi
Variante omicron: la mutazione è stata individuata per la prima volta in Sudafrica a fine novembre. Da quel momento ha cominciato a diffondersi velocemente in tutto il mondo: ciò avveniva in corrispondenza dele prime ricerche che la volevano maggiormente trasmissibile rispetto alle altre varianti del Sars Cov 2. Nel frattempo, alcuni studi – finora confermati esclusivamente dall’esperienza che in generale vuole i contagiati affetti da sintomi più che altro lievi – indicavano che fosse anche meno pericolosa. Arrivano nuove conferme su questo versante.
Variante omicron: meno pericolosa per i polmoni?
Variante omicron: prima era soltanto una constatazione dettata dall’esperienza, adesso sempre più studi stanno confermando le caratteristiche che la mutazione del Sars Cov 2 sembra mostrare anche “ad occhio nudo”. Recenti ricerche infatti confermano come abbia una maggiore capacità di trasmissione (i contagi paiono raddoppiarsi nel giro di 2-4 giorni, con la Delta per esempio ciò succede in 10-20). Nel frattempo, altri scienziati stanno dimostrando come in effetti sia anche meno “pericolosa”: in sostanza, l’omicron pare colpire soprattutto la parte alta dell’apparato respiratorio (naso e gola), senza causare seri danni ai polmoni (anche se tale possibilità rimane concreta per anziani e immunocompromessi).
La mutazione attacca più le vie aeree superiori
Variante omicron: in generale, il Sars Cov 2 attacca le vie aeree superiori, dove entra nelle cellule e comincia a replicarsi, quindi, a meno che l’organismo non riesca a bloccare questo processo, scende nei polmoni. A questo punto, la reazione del sistema immunitario è molto violenta: prova a distruggere le cellule infettate ma spesso danneggia anche quelle sane. Ciò comporta chiaramente un enorme stress per il sistema respiratorio. Un sistema respiratorio in crisi non permette la corretta ossigenazione degli altri tessuti: per questo motivo i danni del Covid possono estendersi ad altri organi.
Ora, il contagio da variante omicron sembra esporre meno a questo genere di rischio: secondo gli studi di cui si diceva (provenienti da laboratori britannici, americani e giapponesi in particolare) questo avviene perché le cellule polmonari in particolare hanno sulla propria superficie una proteina – assente sulla superficie delle cellule di naso e gola – che non interagisce correttamente con quelle della mutazione. Senza questa connessione tra cellule e virus è più difficile che si verifichi un’infezione.
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