Contagi omicron: quanto sono efficaci i vaccini contro la variante?
Contagi Omicron: l’epidemia corre in tutto il mondo, Italia compresa, trainata dalla variante individuata in Sudafrica a fine novembre. Secondo le ricerche diffuse finora, i vaccini attualmente disponibili non sono efficaci nel prevenire l’infezione come per le altre mutazioni, d’altra parte, continuano a ridurre i rischi di ospedalizzazione.
Contagi omicron: quanto sono efficaci i vaccini contro la variante?
Contagi omicron: sono ormai milioni gli italiani che hanno contratto la variante del Sars Cov 2 e poi si sono ammalati di Covid. Tuttavia, nella maggior parte dei casi i contagiati hanno sofferto di sintomi lievi, molto lievi talvolta (febbre, mal di gola, tosse, mal di testa, naso che cola), in particolare, quelli vaccinati e ancor di più quelli con terza dose.
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istituto superiore di Sanità un non vaccinato ha una probabilità di oltre 12 volte più alta di essere ricoverato in reparto ordinario rispetto a chi ha completato il ciclo di vaccinazione primario da meno di 4 mesi (23 volte più alta di essere ricoverato in terapia intensiva) e una possibilità di 19 volte più alta di ospedalizzazione rispetto a chi ha ricevuto anche la terza dose (quasi di 26 volte più alta la probabilità di finire in terapia intensiva).
Inoltre, sempre in base ai dati dell’Iss, i non vaccinati hanno una possibilità 15 volte più alta di finire in terapia intensiva anche rispetto a chi ha completato il ciclo vaccinale primario da più di 4 mesi. La possibilità di decesso dei non vaccinati sono 11 volte più alte rispetto a quelle di chi ha ricevuto prima e seconda dose da meno di 120 giorni, di 26 volte più alte rispetto a chi ha ricevuto anche il secondo richiamo.
Malattia sempre più simile a quelle tipiche della stagione invernale
Contagi omicron: considerando i dati, allora, sembra che i vaccini attualmente disponibili non riescano a proteggere dall’infezione della variante come da quella causata dalle altre. Da considerare anche che la mutazione è caratterizzata dalla capacità di diffondersi più rapidamente rispetto alle altre mutazioni.
Detto ciò, pur considerando che altra caratteristica dell’omicron pare essere quella di attaccare più le vie aeree superiori che i polmoni, sempre guardando ai numeri, pare chiaro che i composti stiano avendo un ruolo nel ridurre la gravità del Covid. Soprattutto grazie a questi sembra stia assumendo sempre i più i connotati di una malattia tipica della stagione invernale (anche se molto più insidiosa della classica influenza), fastidiosa per qualche giorno ma che, di fatto, non lascia strascichi nel medio-lungo termine.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it