Calcio: cosa è cambiato con la pandemia?
L’impatto e la diffusione del Covid 19 stanno avendo forti ripercussioni anche sul sistema calcio, con un particolare riferimento alle massime divisioni di categoria.
La chiusura degli stadi durante il lockdown, con perdite rilevanti sulle vendite dei biglietti e degli abbonamenti nonché la capienza ridotta al momento della riapertura, hanno alimentato un diverso approccio dei tifosi, sempre più propensi a seguire a distanza le proprie squadre preferite, puntando sull’offerta tecnologica – dalle tv in streaming ai siti scommesse sportive, fino agli aggiornamenti dei social.
Giù le vendite al botteghino: i tifosi ora preferiscono l’online
Con il Covid, come anticipato, sono cambiate in primis le modalità di interazione dei tifosi con il calcio. Secondo i dati della ricerca annuale “Football Money League” di Deloitte, il 17 per cento degli appassionati di calcio ha seguito le imprese del proprio team per mezzo degli abbonamenti ai canali tv dei singoli club. A questo si sommano le considerazioni dell’autore de “La Tribù del Calcio” Desmond Morris, che in realtà ha evidenziato come la TV sia una scelta di partecipazione al calcio sempre più frequente tra i tifosi, anche negli anni pre-pandemia. Lo conferma, in fase di crescente digitalizzazione, la diffusione di piattaforme streaming on demand, online e satellitari, come Infinity+ e DAZN e Sky Sport.
Un’analoga considerazione si potrebbe fare rispetto alle scommesse sportive a distanza, le quali hanno risentito in positivo della chiusura temporanea delle sedi fisiche di raccolta e delle restrizioni sull’accesso alle stesse, ora possibile solo con il Super Green Pass. Stando a recenti dati riferiti al novembre 2021 i siti di scommesse online hanno registrato infatti una spesa pari a 144 milioni di euro, con una crescita dell’89,5 per cento rispetto al periodo precedente, con quote rilevanti per operatori come Better Lottomatica, Snai e Sisal Matchpoint, tutti concessionari con regolare licenza ADM che, insieme ad altre piattaforme di betting, mettono il calcio in evidenza sull’offerta, sia per la varietà del palinsesto dedicato che per l’assortimento di quote e pronostici, ma anche per i bonus di benvenuto e per le promozioni riservate allo sport più seguito dagli italiani – talvolta visibile in streaming
proprio tramite i siti web di alcuni bookmaker.
Alla tendenza dei tifosi verso queste modalità di interazione online è corrisposto il crollo dei botteghini, che – lockdown e porte chiuse a parte -, è stato evidente anche dopo la riapertura degli stadi a una capienza del 50 per cento prima e del 75 per cento poi, in occasione della ripartenza del Campionato 2021-2022, disattendendo così le aspettative delle società di rivedere un ampio numero fan sugli spalti per l’ultimo turno.
La paura del contagio, il distanziamento e l’obbligo di mascherine all’aperto, rendendo meno emozionante la partecipazione allo stadio, hanno sicuramente contribuito alla virata dei tifosi verso l’esperienza del calcio in via digitale.
La situazione economica dei grandi club
Un’altra importante conseguenza delle ondate pandemiche, tra annullamento delle partite e match a porte chiuse, ha riguardato in particolar modo i ricavi dei grandi club, ovvero quelli con un più alto seguito di tifosi e con una maggiore copertura mediatica dei campionati nazionali e internazionali. I dati diffusi dall’ “European Champions Report” di KPMG Football Benchmark hanno messo in evidenza una perdita di 5 miliardi di euro dei club vincitori delle più importanti competizioni europee, i quali, fino al 2020 avevano invece registrato un costante aumento del ricavo annuo, pari a una media del 10,9 per cento in più soltanto tra il 2016 e il 2020. Comparando ricavi e perdite, tra le squadre italiane che più hanno sofferto della situazione troviamo Milan, Roma e Juventus, con un rispettivo calo di 194,6, 204 e 62,2 milioni di euro.
Conseguenze inevitabili della difficoltà finanziaria sono stati i tagli dei compensi allo staff e ai giocatori – talvolta trasferiti senza aumenti di stipendio – nonché la diminuzione del valore di mercato degli atleti più quotati, di quasi 7 punti percentuali tra il 2020 e il 2021.
Per saperne di più sull’evoluzione della situazione e su eventuali segnali di ripresa del settore, bisognerà però attendere gli sviluppi di questo 2022.
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